<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Rosà

L'appello di Milva Griggion: «Continuate a cercare mio marito Luciano»

La moglie dell’escursionista di cui si sono perse le tracce 8 anni fa nella Val di Gares nell’Agordino ancora non si dà pace
Luciano Bizzotto aveva 55 anni e amava andare in montagna
Luciano Bizzotto aveva 55 anni e amava andare in montagna
Luciano Bizzotto aveva 55 anni e amava andare in montagna
Luciano Bizzotto aveva 55 anni e amava andare in montagna

«Mi manca tutto di lui e anche se sono passati otto anni non ho mai scritto la parola fine. Anzi, rivolgo un appello a tutti, istituzioni ed escursionisti: aiutatemi a ritrovare mio marito». Il tempo non ha lenito il dolore per la scomparsa di Luciano Bizzotto, il rosatese di 55 anni che ha fatto perdere le tracce nell’agosto del 2015, durante un’escursione in Val di Gares, nel canale d'Agordo, in provincia di Belluno. Milva Griggion, 61 anni, la moglie, nel frattempo ha cresciuto le loro figlie e si è occupata della casa, che conserva ancora tutti gli effetti di Luciano.

Il ricordo di Luciano

«Qui tutto parla di lui, perché così deve essere. Sono rimasta ferma a quel momento - racconta la donna -. Sono trascorsi 8 anni da quel giorno, da quando ho salutato mio marito, dandogli appuntamento per il primo pomeriggio. Eravamo in vacanza e quella mattina ci eravamo separati perché a lui piaceva camminare tanto e, da esperto, ha preferito seguire un percorso diverso dal mio, consegnandomi un foglietto con le indicazioni precise della strada che avrebbe preso. Io ho l’ho aspettato ma lui non è arrivato mai. Il cellulare è rimasto acceso per 4 giorni, con la segreteria attiva, e poi si è spento».

Leggi anche
La moglie di Bizzotto: «Mio marito disperso da 7 anni. Non smetteremo di cercarlo»

La macchina dei soccorsi è stata imponente

E si è attivata da subito con una quarantina di volontari del soccorso alpino, i sorvoli dell’elicottero e dei droni, le battute di ricerca delle unità cinofile con il cane molecolare, e le iniziative dei tanti conoscenti e amici di Luciano. Sono arrivati anche i sommozzatori da Mestre per cercare il disperso in un laghetto della zona. Inoltre nella zona della scomparsa ogni anno vengono attaccati dei volantini con l'obiettivo di non far calare l'attenzione sulla vicenda del rosatese.

I suoi scritti lasciati in vetta

«Vorrei avere di lui anche solo la maglietta, il cappellino o lo zaino, qualsiasi cosa, per accompagnare il suo ricordo - aggiunge la moglie -. Il Cai mi ha anche consegnato qualche suo scritto che lui lasciava nei libri che si trovano in vetta». A Luciano mancava solo un anno alla pensione e, a casa, ad aspettarlo c’erano e ci sono ancora anche le tre figlie Gloria, Lisa e Serena, assieme a 4 nipotini e ai generi.

Leggi anche
Persone scomparse Sui monti non si smette di cercare

Le pratiche per la scomparsa

«È stata dura in tutto – aggiunge -. Ho dovuto farmi forza per la mia famiglia, per me e per tutti gli amici. E anche con lo Stato che, purtroppo, non tutela le famiglie degli scomparsi. E così ci si deve arrangiare. Ringrazio l’associazione “Penelope”, che tutela le famiglie delle persone scomparse, alla quale mi sono affidata, e l’allora sindaco Paolo Bordignon. C’è stato anche chi mi ha aiutato per quanto riguarda il disbrigo della burocrazia legata alla questione economica, accelerando diverse e importanti pratiche, perché per la legge italiana il certificato di presunta morte viene rilasciato a 10 anni dalla scomparsa e, fino ad allora, niente si può fare o chiedere. E io avevo la mia famiglia a cui pensare».
Molto disponibile a raccontare e ripercorrere la vicenda, Milva spera sempre che questa sua esperienza possa servire a sensibilizzare la gente nella ricerca di un “qualcosa” che gli riporti Luciano.

Leggi anche
«Troverò Luciano sparito 2 anni fa in montagna»

Nel quartiere Ca' Minotto un parco dedicato

«Non abbiamo un luogo dove deporre un fiore e così gli è stato dedicato il parco giochi del quartiere Ca’ Minotto, nel marzo del 2017 – continua -. Lì vi è stato depositato un sasso di montagna con una targa a suo ricordo, nella stessa area in cui solo la primavera prima della scomparsa Luciano aveva seminato l’erba. Era molto attivo nella comunità».
Milva e le figlie non hanno smesso di recarsi nell’Agordino. «Torniamo spesso in quota, in quella zona. Lo scorso anno abbiamo anche festeggiato il mio sessantesimo compleanno in baita e, come il mio, festeggiamo anche quello di Luciano, non dimenticando il nostro anniversario di matrimonio, celebrato a settembre del 1987. Anche se il tempo passa la mancanza di Luciano fa male, ma bisogna andare avanti., nella speranza anche di riavere qualche suo effetto personale».

Elena Rancan

Suggerimenti