<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Grancona

L’addio a Erika
con l’abbraccio
dei compagni

I compagni di scuola di Erika ieri si sono seduti accanto alla bara dopo l’invito del parroco.  FOTO MASSIGNAN
I compagni di scuola di Erika ieri si sono seduti accanto alla bara dopo l’invito del parroco. FOTO MASSIGNAN
I compagni di scuola di Erika ieri si sono seduti accanto alla bara dopo l’invito del parroco.  FOTO MASSIGNAN
I compagni di scuola di Erika ieri si sono seduti accanto alla bara dopo l’invito del parroco. FOTO MASSIGNAN

Matteo Guarda

“Ciao Erika”. Non è bastata la chiesa più grande di Grancona a contenere il migliaio di persone che ieri pomeriggio hanno partecipato ai funerali di Erika Sagona, travolta e uccisa a 16 anni dal furgone guidato da Giorgio Canevarollo, ubriaco, ma indagato a piede libero per omicidio stradale aggravato, mentre era ferma in bici sulla provinciale di Spiazzo, dove ora c’è un mazzo di fiori bianchi. E l’arrivo del feretro è stato accolto da un immenso silenzio che nemmeno il suono delle campane ha interrotto.

Sulla bara bianca la foto di lei e di un angelo di porcellana. «Gli angeli esistono anche sulla Terra. Tu eri una di loro», era scritto sull’epigrafe. Ai lati, i rappresentanti dei gruppi dell’Aido con gli stendardi alzati, hanno ricordato l’estremo gesto di generosità dei genitori che hanno acconsentito alla donazione degli organi. Con il papà Pietro, la mamma Roberta, la sorella Enza e il fratello gemello Mirko, gli amici e i compagni di scuola sono stati invitati a prendere parte alla cerimonia sui gradini dell’altare vicino alla famiglia.

Toccanti le parole pronunciate dal parroco, don Domenico Pegoraro, che ha letto l’orazione funebre come se fosse una lettera scritta da Erika e rivolta ai propri cari e a chi l’ha conosciuta o a quanti non avrebbero potuto farlo. «Ciao, mi presento: sono Erika, ma mi conoscete tutti. Grazie per essere qui. La mia storia non finisce con questo incidente, ma continua», ha letto il parroco.

«La sua storia è stata un prima, un durante e un dopo. Nel durante c’è stata la storia passata con noi. Una storia breve ma nella sua storia c’è anche la storia di tutti noi. Resta qui con noi Erika, nelle nostre storie di ogni giorno», è stata l’invocazione. Nelle parole del parroco anche un riferimento alle questioni sulla strada. «Basta domande sulle strade sicure: ciascuno deve avere cura della vita degli altri». Ancora, come fosse una frase scritta da lei, sulla donazione: «Vi ringrazio per avermi fatto diventare dono per la vita degli altri».

E poi il commiato: «Ciao, un abbraccio dal Cielo a tutti. Con grande affetto. Erika». E a scambiarsi un abbraccio è stato l'invito per il gesto di pace. Un altro è stato verso i familiari. «State vicino a questa famiglia», ha detto don Domenico. Il silenzio, che durante la cerimonia è stato interrotto solo dalle canzoni della liturgia e dalla palpabile commozione, è terminato con l’applauso carico d’affetto per l’ultimo saluto.

Suggerimenti