<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Caso BpVi

Zonin:«Azioni
banca più sicure
delle Generali»

La Banca popolare di Vicenza
La Banca popolare di Vicenza
La Banca popolare di Vicenza
La Banca popolare di Vicenza

VICENZA. Di fronte al montare di richieste di vendita delle azioni della Banca Popolare di Vicenza, che dal 2014 erano superiori a quelle di acquisto, «qualcuno ha cercato di risolvere i problemi con scorciatoie», cioè con il ricorso alle cosiddette «operazioni baciate». A dirlo l’ex presidente della BpVi Gianni Zonin, nel corso di un interrogatorio nel marzo scorso, nel quadro dell’inchiesta sulla Popolare vicentina in cui risulta indagato, assieme ad altri sei a vario titolo, per aggiotaggio, ostacolo all’attività di vigilanza e falso in prospetto.
Zonin rileva, in un altro passaggio, che «non seguiva l’andamento del mercato secondario», di cui aveva avuto accenni in un colloquio con l’allora direttore Samuele Sorato, e che nel corso degli anni c’era una «forte volontà dei soci di non portare la Banca in Borsa», che temevano possibili oscillazioni
del prezzo in caso di quotazione; volontà da lui condivisa solo nei primi 2/3 anni di presidenza, assunta nel 1996.
La politica decisa dal CdA anche negli anni 2012-14, per Zonin, era quella «di crescere ancora» come dimensioni, in quanto lo scenario economico «era nel senso che le banche piccole non avessero futuro; inoltre il CdA riponeva grande attenzione all’efficienza dei servizi erogati ai clienti». Le operazioni di aumento di capitale 2013 e 2014 avevano un doppio scopo: migliorare i rating e realizzare una politica di espansione «sia per linee interne che mediante acquisizioni od
aggregazioni con altre banche, pur mantenendo il limite di mille sportelli». 

Rilevando poi che la Banca ha sempre mantenuto, nonostante la crisi economico-finanziaria generale, una politica di erogazione del credito in aiuto di imprese e famiglie, Zonin ricorda, in riferimento ai crediti, che nel corso di sei anni la BpVi ha avuto cinque ispezioni di Banca d’Italia. «All’esito
dell’ispezione 2012 - rileva - la Banca d’Italia ha preso atto che i nostri crediti erano assistiti da importanti garanzie ipotecarie e, quindi, ha ritenuto che no vi fosse la necessità di rafforzare gli accantonamenti sui crediti. come invece dalla stessa ipotizzato in una prima fase di valutazione dei risultati ispettivi».

«Le azioni della Banca Popolare diVicenza più sicure delle azioni Generali». È quanto ha affermato
ancora Gianni Zonin a marzo davanti ai pm. Parlando degli investimenti in azioni Bpvi da parte della
Fondazione Roi, istituzione voluta dal marchese Giuseppe Roi e presieduta dal 2009 al 2016 dallo stesso Zonin, l’ex presidente della Bpvi ha dichiarato che «il Consiglio della Fondazione avevo dato incarico a Gronchi di individuare i ’migliori investimentì per la Fondazione, senza finalità speculativa e
con un profilo di rischio basso, anche a costo di una redditività contenuta». «Nel periodo, per esempio - prosegue Zonin davanti ai pm - le azioni Generali davano meno garanzie
rispetto alle azioni Bpvi».

Suggerimenti