Quarantamila euro di gioielli spariti in un minuto. La polizia sta cercando di far luce sul furto commesso nel tardo pomeriggio di lunedì in viale Riviera Berica ai danni di un rappresentante orafo di Arezzo, di circa cinquant’anni.
Secondo la ricostruzione della questura, la vittima aveva parcheggiato la propria Mercedes classe A fuori dal negozio lasciando il campionario nel bagagliaio, perché sapeva che si sarebbe fermato soltanto per pochi istanti. Quando è uscito dal laboratorio orafo ed è tornato all’automobile, però, ha trovato il vetro del lunotto posteriore in frantumi e scoperto di essere stato derubato.
A quel punto, il rappresentante ha chiamato immediatamente il 113 per dare l’allarme. La centrale operativa della questura ha inviato in viale Riviera Berica una volante, che ha effettuato il sopralluogo si è fatta consegnare la registrazione della telecamera di sorveglianza che si trova all’esterno del negozio. A quanto pare, gli occhi elettronici avrebbero ripreso l’accaduto e potrebbero dare una grossa mano alle indagini.
Quello in viale Riviera Berica non è però l’unico furto commesso a bordo di una vettura nelle ultime ore. Ieri mattina, il consigliere comunale di Forza Italia e avvocato, Michele Dalla Negra, ha pubblicato sul suo profilo Facebook le fotografie di due automobili con i finestrini rotti parcheggiate in contra’ San Silvestro. In poche ore, una decina di vicentini ha lasciato un proprio commento e segnalato altri episodi simili: sempre ieri in contrà Vescovado; due giorni fa in borgo Santa Lucia e in via Zambeccari ad Araceli; due settimana fa a Sant’Andrea. Sempre secondo gli utenti, altri furti o semplici atti vandalici sarebbero avvenuti a Borgo Casale e dietro a giardino Salvi. Un mese fa, infine, era capitato pure a una vicentina, di 34 anni, che aveva parcheggiato il proprio fuoristrada in piazzale del Mutilato.
Le forze dell’ordine non avrebbero però raccolto alcuna denuncia negli ultimi giorni. Dalla Negra dà la propria spiegazione: «Le persone non denunciano perché in questo Paese manca la certezza della pena e c’è un senso di sfiducia nel sistema giudiziario. Sui social ho invocato di applicare il codice barbaricino, ma ovviamente era una provocazione». V.G.