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Vicenza

Stazione dei treni
Ascensore a tempo
Disabile sui binari

L’ascensore chiude alle 21 e chi arriva dopo quell’ora resta bloccato
L’ascensore chiude alle 21 e chi arriva dopo quell’ora resta bloccato
L’ascensore chiude alle 21 e chi arriva dopo quell’ora resta bloccato
L’ascensore chiude alle 21 e chi arriva dopo quell’ora resta bloccato

«Le barriere architettoniche più insormontabili non si trovano per strada, bensì nella testa delle persone». È questa la morale che Federico Rossi, scledense di 22 anni costretto in sedia a rotelle, ha tratto dalla disavventura che ha vissuto in stazione a Vicenza. Per essere arrivato in treno con qualche minuto di ritardo, si è trovato bloccato per un’ora sulla banchina. La ragione è che l’unica via per raggiungere l’ingresso della stazione è il sottopassaggio che collega i binari. Al quale, naturalmente, si accede con una rampa di scale. Per chi ha limitazioni di mobilità, però, sono stati installati degli ascensori. Sono in piena efficienza, certo, con un piccolo ma cruciale dettaglio: tra le 21 e le 6 del mattino vengono spenti.

LA DISAVVENTURA. Inutile dire che di notte per i disabili - ma anche per anziani infermi, infortunati o madri col passeggino - arrivi e partenze si trasformano in un’odissea. Un fatto di cui Rossi, membro della commissione “Città senza barriere” di Schio, non riesce a capacitarsi. «Ero andato a Camposampiero per portare la mia auto in un’officina specializzata - racconta -. Al ritorno ho voluto provare ad arrangiarmi usando il treno. Non lo faccio spesso ma ero curioso di vedere se questo mezzo comporta davvero tante difficoltà per le persone con disabilità». Aveva previsto di prendere un convoglio con cui sarebbe giunto a Vicenza alle 20.30, ma per un imprevisto lo ha perso. «Poco male - si è detto - Prendo il prossimo». Ed è arrivato quindi a Vicenza alle 21.20. «Quando mi sono trovato davanti all’ascensore chiuso, mi è sembrata una beffa».

IL PROBLEMA. Eppure non si trattava di un disservizio temporaneo, ma gli è stato spiegato che è la normalità. Per regolamento il personale deve chiudere gli ascensori alle 21 per evitare usi impropri o danneggiamenti durante la notte. A Rossi non è rimasto altro da fare che chiedere aiuto a un dipendente delle Ferrovie, che ha richiesto le chiavi dell’ascensore. Ma in stazione non c’erano. Rossi ha dovuto attendere un’ora che arrivasse qualcuno ad attivare l’elevatore. «Alla fine si sono risolti a farmi attraversare i binari sulla passerella a raso - racconta - tenendosi in contatto radio con la centrale movimenti». Un intervento che ha richiesto l’interruzione del traffico ferroviario.

L’ANOMALIA. Secondo la Polfer, i cui agenti hanno contribuito ad aiutare Rossi, questo episodio non è la normalità. «Le Ferrovie offrono un servizio di assistenza per i viaggiatori portatori di handicap, che a Vicenza è dato in appalto a una cooperativa e che normalmente funziona a dovere e copre anche orari notturni» spiegano al posto di polizia in stazione. Il servizio denominato “Sala blu” prevede che sia possibile per le persone con mobilità ridotta prenotare un servizio di assistenza su misura avvisando Rfi per telefono.

LA PROTESTA. Eccettuati i nodi ferroviari maggiori che sono dotati di personale disponibile 24 ore su 24, il servizio “Sala blu” va però prenotato con 12 ore di anticipo rispetto all'orario di partenza previsto. Una condizione che non può tenere conto di imprevisti che possono accadere a un disabile come a tutti gli altri viaggiatori. La contestazione di Rossi è che chiudere gli ascensori - e per lo più in un orario che non è notte fonda - senza che in stazione resti nessuno in grado di attivarli al bisogno, penalizza le persone che hanno necessità. «Noi che già non possiamo muoverci liberamente, dobbiamo sottostare anche a questo ulteriore limite che qualcuno ha arbitrariamente imposto. Invece anche noi dovremmo poter arrivare ai binari come tutti, anche dopo le 21, e uscire dalla stazione senza trovare barriere. Spero che qualcuno nella direzione delle Ferrovie o in Comune si interessi per trovare una soluzione».

Elia Cucovaz

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