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Vicenza

Soluzione lampo
Via le salme
dal corridoio

Varato il progetto per realizzare un nuovo spazio attrezzato per la conservazione delle salme alle celle mortuarie del San Bortolo
Varato il progetto per realizzare un nuovo spazio attrezzato per la conservazione delle salme alle celle mortuarie del San Bortolo
Varato il progetto per realizzare un nuovo spazio attrezzato per la conservazione delle salme alle celle mortuarie del San Bortolo
Varato il progetto per realizzare un nuovo spazio attrezzato per la conservazione delle salme alle celle mortuarie del San Bortolo

Non ci sarà più il corridoio della vergogna. Non più salme in fila indiana, addossate una all’altra, parcheggiate in doppia, tripla fila, appena coperte per un sussulto di pudore da un lacerto di lenzuolo, o con il vestito da indossare nella cassa ripiegato su caviglie gonfie e tumefatte.

L’intollerabile situazione denunciata da “Il Giornale di Vicenza” sta per essere risolta. Ora i morti del San Bortolo avranno una sala come si deve, spaziosa, attrezzata, in grado di tutelare la discrezione, di preservare la compostezza, di difendere la sofferenza, per il rispetto che è obbligo morale da offrire a chi muore, per far sì che la morte abbia un volto privato, per l’igiene che è necessario garantire al massimo in ambienti dove sostano corpi in decomposizione.

FINE DI UN’EPOCA. L’epoca dell’indifferenza. Del silenzio. Della sospensione di un doveroso atto di civiltà. Della paralisi del cuore. Il dg Giovanni Pavesi l’aveva promesso e mantiene la parola. L’Ulss ha approvato il progetto per rifare radicalmente il locale destinato al passaggio e allo stazionamento delle salme in arrivo dai reparti o dalle abitazioni. Sarà uno stanzone completamente nuovo. Ampio. Funzionale. Dotato di impianti di ultima generazione per la climatizzazione e la conservazione delle salme.

Stanziata anche la cifra per coprire la spesa: 122 mila euro. E già affidati i lavori in urgenza. Il cantiere verrà aperto in tempo reale. Senza soluzione di continuità. In un paio di mesi dovrebbe essere tutto finito e pronto. Una decisione-lampo. Pavesi non ha lasciato tempo neppure alla burocrazia. Non ha fatto sconti a nessuno. Ha preteso che un progetto che si trascinava stancamente da anni saltasse il varco della lentezza. Ha richiamato gente dalle ferie per chiudere una vicenda ormai imbarazzante. Ha indicato la via amministrativa per fare più presto.

Questa tranche di lavori costituisce anche il primo stralcio di un intervento che non si ferma qui. Le prime opere, dettate dall’emergenza, cancelleranno il buco nero, antico e truce, del corridoio della promiscuità, per consegnare a chi muore il luogo del decoro. Pavesi ha già dato ordine di preparare il secondo stralcio di lavori. Verranno sistemati i bagni. Ma, soprattutto, si ricaverà un altro ambiente per la vestizione delle salme, dove, se si arriverà, come sembra, a un accordo che non disattenda le esigenze (e le richieste) di nessuno, potrà accedere anche il personale delle imprese funebri.

Il dg non ha perso davvero un attimo per risolvere una questione che sopravviveva da decenni a morti e a vivi. L’epicentro era il lugubre corridoio confinante con le camere mortuarie in cui per quasi mezzo secolo i cadaveri hanno convissuto con i tecnici del laboratorio dell’anatomia patologia sgombrato da poco e con i medici delle autopsie.

PIÙ TRASPARENZA. Ma i problemi erano e restano anche altri, alcuni alimentati da chiacchiere e sospetti come, a dire il vero, avviene dovunque si fiuti il business del caro estinto, la seconda faccia nascosta e cinica di un pianeta che, nella prima faccia più visibile, mostra lacrime, dolore, lutto, pietas. Lavori. Ma anche trasparenza. Pavesi ha parlato con la rappresentante sindacale delle pompe funebri. Ha fatto una riunione con i necrofori dell’Ulss, con gli operatori dell’obitorio. Ha aggiornato la guida informativa per i familiari dei deceduti. C’è il discorso della vestizione dei defunti. C’è da dirimere una vecchia querelle che si perpetua su una prassi che da sempre al San Bortolo è affidata al personale interno come monopolio (con ticket fisso inserito nel conto del funerale e stornato poi a favore dell’Ulss) che, invece, le agenzie vorrebbero infrangere. Pavesi, insomma, vuole andare fino in fondo.

Anzi più di qualcosa il manager veronese dirà anche ai consiglieri della commissione sociale del Comune di Vicenza convocata per martedì alle 17.45 in municipio. Il presidente Raffaele Colombara l’ha invitato a palazzo Trissino per discutere del futuro prossimo di una struttura obsoleta, andata avanti nella stessa situazione di 50 anni fa ma che, davanti a necessità e numeri sempre più grandi, stava scoppiando. «Molti cittadini sono indignati - ha detto nei giorni scorsi Colombara - . È una cosa che ha che fare innanzitutto con la dignità delle persone. Bisogna dare una svolta». La svolta è arrivata. La commissione comunale, prossimamente, farà un sopralluogo al San Bortolo nell’area delle celle mortuarie per visionare la realtà attuale e vedere in che modo il progetto appena varato dall’Ulss troverà presto traduzione concreta sul campo.

Franco Pepe

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