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Vicenza

Schianto da ubriaca?
«Ma il prelievo
di sangue non vale»

L’imputata non era stata sottoposta all’alcoltest tradizionale
L’imputata non era stata sottoposta all’alcoltest tradizionale
L’imputata non era stata sottoposta all’alcoltest tradizionale
L’imputata non era stata sottoposta all’alcoltest tradizionale

VICENZA. Il prelievo di sangue effettuato in ospedale non è una prova sufficiente per far scattare l’accusa di guida in stato di ebbrezza. È stata quindi assolta dal giudice Pachera l’automobilista Paola Rizzato, 35 anni, residente in via Caravaggio a Thiene, che secondo l’accusa aveva provocato un incidente stradale con un tasso alcolemico di 2,14 grammi per litro. Era difesa in aula dall’avv. Riccardo Munarini.

Il processo che si è concluso nei giorni scorsi in tribunale vedeva l’imputata alla sbarra con l’accusa di aver violato il codice della strada mettendosi alla guida dopo aver abusato di sostanze alcoliche. Il fatto era stato accertato a Thiene il 20 dicembre 2012, dove era avvenuto l’incidente stradale.

Rizzato, che si trova alla guida, era stata poi accompagnata in ospedale a Santorso, dove le era stato effettuato il prelievo di sangue dal personale del pronto soccorso. Un esame, secondo il giudice, che non aveva fini sanitari, ma solamente quello di misurare il tasso alcolemico. Potrebbe sembrare un cavillo, ma si tratta di un particolare rilevante ai fini processuali, perché il presunto elemento di prova non è stato ritenuto utilizzabile dal giudice in base ad alcune sentenze della Cassazione.

Il principio è che l’acquisizione della prova era avvenuta violando il diritto dell’indagata a opporsi a una pratica sanitaria a fini giudiziari ritenuta invasiva. In questo modo l’organo inquirente aveva assunto elementi idonei a provare la colpevolezza della diretta interessata.

Ma c’è un altro particolare che ha contribuito a scagionare Rizzato. Durante il dibattimento è stata ascoltata la testimonianza del dottor Fiorenzo Lovison, del laboratorio di analisi dell’ospedale di Santorso. Secondo il medico non ci sarebbe una catena di controllo tra il pronto soccorso e il laboratorio, per cui la probabilità di uno scambio di provetta sarebbe «piuttosto alta». E di conseguenza la misurazione del tasso alcolemico non sarebbe più valida ai fini processuali.

Al termine del dibattimento il giudice Pachera ha pertanto assolto con formula piena l’imputata «per non aver commesso il fatto».

Paolo Mutterle

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