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Vicenza

Rifiuti sanitari
fermano cantiere
dell’ospedale

Il cantiere del sesto lotto del San Bortolo si è fermato per la scoperta di rifiuti sanitari nell’area. COLORFOTO
Il cantiere del sesto lotto del San Bortolo si è fermato per la scoperta di rifiuti sanitari nell’area. COLORFOTO
Il cantiere del sesto lotto del San Bortolo si è fermato per la scoperta di rifiuti sanitari nell’area. COLORFOTO
Il cantiere del sesto lotto del San Bortolo si è fermato per la scoperta di rifiuti sanitari nell’area. COLORFOTO

Sesto lotto dell’ospedale ancora bloccato. Da una montagna di rifiuti sanitari scoperti nell’area di cantiere. Anche questa rischia di diventare una storia infinita. Forse non proprio come accadde con il quinto lotto, per il quale si dovettero aspettare ben 22 anni prima di vederne l’inaugurazione a febbraio del 2003. Intanto, però, dall’appalto dei lavori sono passati oltre 3 anni e mezzo e un lucchetto con catena chiude il cantiere recintato lungo tutto il lato dell’ospedale che corre dal garage a cielo aperto del Suem alla porta d’ingresso del pronto soccorso.

L’IMPREVISTO. Il nuovo fastidioso stop è dovuto a una causa imprevista. Le ruspe della Bilfinger-Sielv, l’azienda di Fossò capofila dell’Ati che si è aggiudicata i lavori, aveva appena iniziato gli scavi per gettare le fondamenta della piastra degli impianti che farà da supporto al nuovo quartiere del San Bortolo, quando dal terreno fangoso che costeggia il corso dell’Astichello ha cominciato ad emergere materiale sospetto. Le ruspe si sono fermate. Il capocantiere ha allertato l’ingegnere capo dell’Ulss Antonio Nardella. E la verità è venuta subito a galla. Il terreno era gonfio di immondizie. Non solo generiche, di pattume ordinario e confuso. La massa era composta da rifiuti di origine sanitaria non smaltiti ma, per fortuna, non pericolosi: aghi, cannule, garze, fiale, flaconi di flebo, siringhe, aghi, blister di medicine. Tutto materiale marcio, ovviamente, interrato irregolarmente e racchiuso nella melma chissà da quando, probabilmente dalla prima gettata di cemento del quinto lotto, oltre 35 anni fa, nei primi anni Ottanta, in tempi in cui i controlli erano più sfumati e nell’area limitrofa alla sponda del fiumicello caro all’abate-poeta Giacomo Zanella si sversava, evidentemente, un po’ di tutto.

I CONTROLLI. Nardella ha avvisato Arpav, Comune, Provincia e prefettura. I tecnici dell’agenzia ambientale hanno fatto un sopralluogo per verificare se fra i rifiuti non si annidassero residui a rischio biologico e infettivo, scarti tossici, veleni chimici nascosti. Il responso è stato negativo. Nardella, per un ulteriore scrupolo, ha fatto compiere dei test per accertare che non ci fossero scorie tossiche. Ma anche qui nessuna spia rossa. Resta solo l’incombenza di dover bonificare una vasta superficie di terreno prima di poter riprendere i lavori. Ora, dunque, c’è da attendere che si riunisca la conferenza dei servizi e che attorno al tavolo si siedano i rappresentanti dell'azienda, dell'Arpav, del Comune e della Provincia perché arrivi l’autorizzazione a portare via, con l'ausilio di una ditta specializzata, questi carico di rifiuti da smaltire poi nel modo più adeguato. Il dg Giovanni Pavesi, che al suo arrivo a Vicenza aveva impresso la massima accelerazione ai lavori, ha chiesto che non si perda neppure un minuto. Resta l’inconveniente del nuovo stand by, che viene ad allungare ulteriormente i tempi realizzativi.

IL PROGETTO. La progettazione e la gestione dell'appalto, piuttosto complesso, avevano occupato buona parte del secondo mandato - dal 2008 al 2012 - dell’ex dg Antonio Alessandri. Poi, quando si pensava che non ci fossero più ostacoli, l’altro ex Ermanno Angonese, successore di Alessandri, si prese tempo per rivisitare il progetto iniziale. E per farlo ci sono voluti quasi tre anni. Il disegno originario ha subito molte modifiche per rendere più fluidi e protetti i collegamenti con il resto dell’ospedale. Quindi l'ordine di partire. Si recinta l’area, peraltro con problemi per la circolazione interna e il parcheggio delle auto e dei veicoli di servizio diretti verso il pronto soccorso, il quinto lotto e l’area della nefrologia e delle malattie infettive. Pavesi vuole recuperare il tempo perso. Ma, ecco, appunto, il nuovo temporaneo alt, davanti al quale si deve arrendere, per ora, anche la determinazione del dg.

Franco Pepe

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