Malato è malato. E su questo ormai non ci sono più dubbi. Ci sono le infiltrazioni, ci sono le fessurazioni e c’è quello scollamento tra il corpo A e il corpo B. Per curarlo sono state prescritte in fretta e furia videoispezioni, verifiche statiche e la sistemazione di quella crepa spuntata al quarto piano. Tutti interventi d’urgenza, è stato detto ed è stato ribadito dal sindaco Achille Variati, che se da una parte possono dare un piccolo sollievo a chi ogni giorno frequenta il palazzo di giustizia, dall’altra lasciano aperto un interrogativo: il tribunale è stato davvero tenuto sotto controllo in tutti questi anni?
LA PULIZIA. Le immagini che sono state pubblicate ieri su Il Giornale di Vicenza aiutano a rispondere (in maniera negativa) alla domanda. Sul tetto del palazzo di giustizia, nella zona incriminata dove nascono le infiltrazioni, si trovano piante alte anche 50 centimetri e acqua stagnante. Ci sono poi quei pluviali sotto accusa che secondo Codelfa «non sono stati mai puliti». Variati, dopo il sopralluogo congiunto e la posizione della ditta costruttrice, non fa passi avanti. Si limita a dire che «è arrivato il momento di fare chiarezza» e che la priorità «è far sparire quell’acqua dal tetto del tribunale. È pericolosa». Il deposito è limitato a una parte del palazzo «e se è lì è per colpa degli scarichi. Se è un problema di pulizia carente o se alla base ci sono problemi strutturali, lo scopriremo con le videoispezioni che abbiamo deciso di fare».
I CONTROLLI INTERNI. È questo uno dei primi interventi voluti dal Comune. «A eseguirlo saremo noi - prosegue - e inizierà non appena sarà individuata la ditta: una bella telecamerina entrerà negli scarichi e vedrà come sono fatti e cosa c’è dentro». L’operazione è stata definita urgente ma, a dire il vero, forse arriva con qualche anno di ritardo considerato che già nel 2014 il problema era finito nell’elenco delle criticità che riguardavano il tribunale. «I nostri uffici - aggiunge il sindaco - si sono mossi più volte ma adesso cerchiamo di capire definitivamente se c’è del materiale organico nei pluviali e se il problema dell’acqua stagnante è manutentivo o strutturale. Nel secondo caso risponderà la ditta costruttrice mentre nel primo dovrà esserci un confronto con l’impresa che deve tenere sotto controllo l’intera struttura». E che, va ricordato, ha già ribadito di non dovere, per contratto, pulire gli scarichi, a differenza di quanto sostenuto dal Comune. «Vediamo i risultati», dice senza esporsi Variati, ricordando poi come sia il ministero ora a dover farsi carico «della manutenzione dell’immobile». Che non è stata così continua e approfondita dal 2012 a oggi.
LA STATICITÀ. Ma nella cartella delle cose urgenti ci sono altre due azioni: chiudere la crepa al quarto piano e monitorare lo scollamento. Sulla prima il sindaco è deciso, tanto da prendere posizione contro l’azienda: «Dicono che dipende dai pluviali? Non sono un tecnico - risponde - ma non credo. In ogni caso stiamo chiedendo loro se vogliono fare i lavori perché io la voglio chiudere. Lo fanno? Bene, evviva. Non lo fanno? Lo facciamo noi e poi chiederemo conto a loro». Ultimo punto è lo scollamento. La posizione del Comune coincide con Codelfa. «La struttura - fanno sapere da palazzo Trissino - è costruita su una platea e gli spostamenti sono calcolati. Quando l’impresa ha effettuato il monitoraggio, i cedimenti rientravano nella tolleranza di 4-5 centimetri. Se ci fossero stati dei problemi, più che i giunti, che sono fatti apposta per spostarsi, si sarebbero formate fessurazioni». Palazzo Trissino avvierà un intervento urgente: «Riprenderemo i monitoraggi e ci appoggeremo sugli stessi puntatori per capire di quanto sia stato l’abbassamento». Un’operazione necessaria ma che arriva con un po’ di ritardo dato che «l’ultimo controllo dei movimenti è stato effettuato da Codelfa nel 2010».