<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Nel Vicentino

Pericolo terremoti
Oltre 100 Comuni
in zone a rischio

Il territorio Vicentino è caratterizzato da rischi sismici che vanno dalla fascia 2 alla 4
Il territorio Vicentino è caratterizzato da rischi sismici che vanno dalla fascia 2 alla 4
Il territorio Vicentino è caratterizzato da rischi sismici che vanno dalla fascia 2 alla 4
Il territorio Vicentino è caratterizzato da rischi sismici che vanno dalla fascia 2 alla 4

Francesca Cavedagna

La domanda ricorre da giorni: quanto è sicuro il Vicentino? Rispondendo in maniera diretta non si può dire che i comuni berici siano al riparo. Anzi, il territorio è caratterizzato da rischi sismici che vanno dalla fascia 2 alla 4: ossia da zone con pericolosità media, dove possono verificarsi terremoti abbastanza forti, che possono provocare gravi danni a edifici e persone, a zone con pericolosità molto bassa, dove il rischio sismico e gli eventuali danni legati al fenomeno sono estremamente limitati. Certo, ci sono diversi casi diversi l’uno dall’altra. Ma la mappa è da tenere sotto la lente di ingrandimento.

LA CATALOGAZIONE. La maggior parte dei 121 Comuni della provincia appartengono alla fascia 3, sono quindi zone con pericolosità sismica bassa, che possono essere soggette a scuotimenti modesti, che però non escludono danni generalizzati. Ci sono però alcune realtà etichettato con bollino arancione (non rosso). Parliamo di Romano d’Ezzelino, Mussolente e Pove del Grappa che sono in fascia 2. Dall’altra parte, nella 4, ecco spuntare Agugliaro, Albettone, Asigliano Veneto, Campiglia dei Berici, Noventa Vicentina, e Pojana Maggiore; tutti le altre realtà fanno parte della fascia tre.

IL DECRETO. La classificazione è stata messa nero su bianco anche recentemente dal dipartimento di Protezione civile del Governo. Secondo il decreto firmato da Fabrizio Curcio e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 18 agosto scorso, che assegna i contributi per l’annualità 2015 per gli interventi di prevenzione del rischio sismico, quasi tutti i Comuni del Vicentino si trovano in zone soggette a movimenti tellurici. Sono 101 (su 121) complessivi i territori comunali interessati. Vicenza è la provincia più sensibile di tutto il Veneto; alla Regione sono stati assegnati 5 milioni 668 mila euro da ripartire, secondo l’articolo 2 del decreto, entro 45 giorni alle varie amministrazioni per essere destinati a interventi strutturali degli edifici privati. La catalogazione è stata compilata in base alla cosiddetta “accelerazione di picco su terreno rigido”. Si tratta dell’indicatore principale per misurare il danno potenziale di un terremoto su un edificio. Partendo dal presupposto che nel Vicentino non ci sono zone 1 (con accelerazione oltre i 0,25 grammi) i casi più delicati sono appunto Mussolente (0,19) e Romano d’Ezzelino (1,87).

LA FAGLIA DI SCHIO. Il rischio diffuso in ogni caso si concentra su quella che gli esperti chiamano “faglia di Schio”, che va dalle Valli del Pasubio fino ai colli Euganei. I terremoti anche di lieve entità sono praticamente quotidiani, nella maggior parte dei casi nemmeno si avvertono, ma avvengono. «L’Italia è tutta sismica - precisa il sismologo Giangaetano Malesani - la provincia di Vicenza non fa nessuna eccezione. I Comuni di fascia 3 rappresentano le zone potenzialmente più a rischio dove da gennaio si sono verificati diversi eventi sismici, tutti al di sotto della magnitudo 2. Il problema come sempre sta nella grande manutenzione delle strutture edilizie. Non esistono piani che possano prevenire danni, ovviamente non ci sono risorse sufficienti per effettuare i ripristini. Non è possibile dire se nel Vicentino potrebbero esserci scosse simili a quella che ha appena colpito l’Abruzzo, per questo motivo non si possono nemmeno escludere. Di base comunque le costruzioni di recente fabbricazione del nord, sono state fatte con maggior criterio rispetto a quelle del sud o del centro Italia».

CICLICITÀ. Studi approfonditi hanno dimostrato che i terremoti sono ciclici, ovvero si ripresentano a scadenze precise, con precise intensità. «Si deve partire dal 1908 - spiega Malesani - Da quella data ogni 50 anni abbiamo avuto, e avremo, un terremoto di ordine catastrofico, sismi potentissimi che spesso radono al suolo interi centri abitati; ogni 30 anni si presentano terremoti di ordine disastroso, che creano danni a strutture e persone, come quello avvenuto in Abruzzo; poi c’è la fascia dei 10 anni, che alla scadenza porta terremoti di forte intensità, i cui danni dipendono dalla qualità delle strutture edilizie colpite. Infine ci sono i terremoti giornalieri, di cui spesso nemmeno ci accorgiamo».

CATASTROFI NOTTURNE. Non è vero che i terremoti avvengono tutti di notte, ma è vero che quelli di maggiore intensità si sono verificati in orari notturni. L’esperto ha una spiegazione anche per questo. «Quando la terra ha il sole alle spalle - spiega Malesani - Può succedere che vi sia un aumento gravitazionale che coinvolge anche la Luna, modificando il flusso delle mare terrestri. Questo cambiamento può fungere da innesco all’energia accumulata nelle faglie, che si sprigiona improvvisamente e in un colpo solo. Questo crea scosse notturne di grande intensità. Come quella che abbiamo appena visto nei territori del Rietino, ma anche in altri casi tristemente noti». Il Vicentino per quanto sia un territorio sismico non è stato protagonista di terremoti devastanti. Almeno non nell’ultimo millennio. L’ultimo terremoto di forte intensità si è verificato nel 1892, con epicentro tra che ha sfiorato anche le zone a confine con il Veronese. La magnitudo, fu altissima: 9.0. Ci furono una ventina di morti, ma solo perché le zone colpite non erano particolarmente popolate.

Suggerimenti