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Vicenza

Ora Ipab licenzia
la coop Bramasole
«Azione dovuta»

L'esterno del San Camillo
L'esterno del San Camillo
L'esterno del San Camillo
L'esterno del San Camillo

VICENZA. «Risoluzione del rapporto per inadempimento grave da parte della cooperativa Bramasole». Il Consiglio di amministrazione di Ipab guidato da Lucio Turra cerca di farsi strada in mezzo alla bufera che si è scatenata sull’ente dopo il video pubblicato sul sito de Il Giornale di Vicenza nel quale si vede chiaramente che le condizioni igieniche del San Camillo sono scadenti. Vermi, lenzuola sporche, medicazioni non eseguite con regolarità. Gli addebiti sono molti e circostanziati e portano ad un solo comune denominatore: la cooperativa sociale Bramasole che ha vinto l’appalto nel maggio dello scorso anno, con un forte ribasso, diminuendo le ore di servizio del personale e portando, a detta del presidente Moreno Lando «un risparmio di oltre trecentomila euro all’anno che in un triennio fanno quasi un milione». Che, per le casse dell’istituto di contrà San Pietro, non sono poca cosa. E da questo punto il cda prende le distanze. «L’appalto è stato assegnato quando alla guida dell’ente c’era un commissario straordinario. Non solo - sottolinea Turra - in sede di gara la commissione era formata anche da personale dell’Ulss e ha valutato favorevolmente l’offerta della cooperativa dando i massimi punteggi per tutti i parametri previsti». Come dire: bisognava pensarci prima. «Noi ci limitiamo ai fatti, ci siamo insediati lo scorso 15 luglio e da allora abbiamo iniziato proprio dal San Camillo tutta quella serie di controlli che sono indispensabili per presentare un piano industriale che in questo ente non è mai stato visto». Verifiche statiche, controlli sugli edifici, sul patrimonio, sulla gestione. Aspetti indispensabili per rimettere in sesto la struttura, ma quanto accadeva nelle corsie dei tre reparti del S. Camillo è stato denunciato in più occasioni dal Comitato dei famigliari degli ospiti e dai sindacati di base. «L’ispezione di lunedì con i tecnici di Ulss e Regione ha accertato che quanto si vede nel video risale al 20 luglio scorso, il medico ha riportato l’episodio, ma non è arrivata alcuna segnalazione da parte della Cooperativa e questo è un fatto gravissimo che rientra in quei cento punti con i quali avevamo già diffidato la Bramasole non più tardi di due settimane fa». Turra è molto chiaro al riguardo e difende l’operato del Cda che «ha lavorato con diligenza e attenzione sulla gestione della cooperativa e quindi esclude qualsiasi responsabilità oggettiva sull’increscioso episodio accaduto». E da qui nasce la decisione di rescissione del contratto. Scenari futuri: gestione del reparto in house con Ipark, oppure si guarda alla graduatoria e si pensa alla seconda arrivata alla gara di appalto, la “Codess” di Padova che a sua volta aveva fatto ricorso contro la Bramasole rigettato dal Tar e anche dal Consiglio di Stato.

Tempi? Sicuramente brevi, intanto Turra fa notare che dal 2003, tempo della fusione tra le varie strutture, l’Ipab ha grossi problemi. Nel frattempo ci sono stati due cda entrambi commissariati uno nell’era Hüllweck e l’altro sotto la guida di Variati.

Chiara Roverotto

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