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La vittima vicentina

Morta sotto la casa
«L’ho riconosciuta
dalla fede nuziale»

Maria Teresa Carloni ha perso la vita ad Amatrice
Maria Teresa Carloni ha perso la vita ad Amatrice
Maria Teresa Carloni ha perso la vita ad Amatrice
Maria Teresa Carloni ha perso la vita ad Amatrice

«È stato mio cognato da Roma ad avvisarmi del terremoto. Mi ha chiamato alle quattro del mattino di mercoledì a Busseto dove abitiamo. Maria Teresa era partita per Amatrice, mentre io ero rimasto per partecipare al funerale di un parente. L’avrei raggiunta il giorno successivo». Giancarlo Catelli, professore di violino, marito di Maria Teresa Carloni, l’insegnante del conservatorio “Arrigo Pedrollo” vittima del terremoto insieme alla madre anziana, è sconvolto. A meno di 24 ore dal ritrovamento del corpo senza vita della sposa, trova la forza per ricostruire al telefono il dramma in cui è precipitato dalle prime ore del 24 agosto, quando il cellulare suonato in piena notte lo avvisò che un sisma violentissimo aveva distrutto quel paesino a novecento metri di altitudine dove la moglie era appena arrivata per trascorrere qualche giorno di riposo.

Maria Teresa era salita sul treno alla stazione di Fidenza dove l’aveva accompagnata il marito ed era giunta a destinazione alle 19 di martedì, per una tragica beffa del destino appena poche ore prima che si scatenasse l’inferno. La cena con la mamma, quattro chiacchiere serene, il riposo e poi più nulla in quell’abitazione che si affacciava proprio sul corso principale di Amatrice, una piccola palazzina che si è accartocciata su sé stessa lasciando un cumulo di macerie sotto le quali hanno trovato la morte le due donne, probabilmente senza avere il tempo di rendersi conto di quello che stava accadendo. «I vigili del fuoco e i medici legali con i quali abbiamo parlato mi hanno assicurato che la morte è avvenuta istantaneamente, senza sofferenza», riferisce ancora scioccato il professore di musica, convocato ieri pomeriggio insieme ai familiari per il riconoscimento delle salme che non è avvenuto direttamente viste le condizioni strazianti del corpi, ma nel caso di Maria Teresa attraverso la fede nuziale. «Preferisco ricordarla così, col suo sorriso solare, la sua carica positiva, la sua instancabile energia», dice con la voce rotta Giancarlo Catelli che scortato dai vigili del fuoco si è sentito in dovere di contribuire alle ricerche aiutando i soccorritori ad individuare i resti dell’abitazione, una casa che nei mesi invernali rimaneva chiusa perché la mamma di Maria Teresa viveva a Roma con l’altra figlia, cancelliera al tribunale della capitale. «Il legame con la madre era forte - riprende - mia suocera era una donna eccezionale, rimasta vedova tre anni dopo il matrimonio aveva cresciuto da sola le sue due figlie, facendole studiare».

A febbraio Maria Teresa e Giancarlo avrebbero festeggiato dieci anni di matrimonio. Si erano conosciuti a Sassari, al conservatorio Luigi Canepa, entrambi al primo incarico di ruolo nonostante l’esperienza con la musica fosse già consolidata, lui docente di violino all’orchestra Toscanini, lei di direzione corale con quattro diplomi: pianoforte, composizione, direzione d'orchestra e direzione di coro. Dalla Sardegna avevano ottenuto il trasferimento, Giancarlo al conservatorio di Piacenza, Maria Teresa al Pedrollo, una delle poche istituzioni che conserva la cattedra di coro e composizione corale, discipline che la docente che avrebbe compiuto 50 anni il 2 dicembre insegnava con passione e che la portavano in giro per l’Italia.

I funerali della musicista si svolgeranno probabilmente a Roma, mentre la sepoltura sarà ad Amatrice per espressa volontà di Maria Teresa che in qualche occasione aveva manifestato il desiderio di riposare un giorno nei luoghi in cui era nata. Un giorno che è arrivato troppo presto per lei e per le centinaia di persone che ieri erano allineate dentro le bare in attesa dei funerali. «È una tragedia infinita, dovunque si guardi si vede morte e distruzione. Mentre aspettavo le pratiche per il riconoscimento di mia moglie mi sono trovato vicino ad un uomo che in due minuti ha perso nove familiari».

Anna Madron

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