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Vicenza

Insegnante vicentina
morta ad Amatrice
sotto la casa crollata

Maria Carloni ha perso la vita ad Amatrice
Maria Carloni ha perso la vita ad Amatrice
Maria Carloni ha perso la vita ad Amatrice
Maria Carloni ha perso la vita ad Amatrice

Il cellulare ha squillato a vuoto per ore, poi la voce che l’utente non è raggiungibile o potrebbe avere il telefono spento, infine il silenzio causato forse dalla batteria che si era definitivamente scaricata. Intanto i soccorritori scavavano tra le macerie. È durata due interminabili giorni la speranza di trovare in vita Maria Teresa Carloni, cinquantenne docente di direzione corale e composizione al conservatorio Arrigo Pedrollo dove era in servizio da otto anni, insegnando ad allievi del biennio e triennio ma anche ad alcuni preaccademici di composizione. Maria Teresa, sposata e senza figli, è morta sepolta dalla casa dove era nata, ad Amatrice, borgo d’altri tempi che raggiungeva ogni anno per trascorrervi l’ultimo scampolo di agosto e perché lì, in una casa del centro storico, con l’arrivo della bella stagione si trasferisce da Roma, dove vive con l’altra figlia, la madre anziana.

La notizia del ritrovamento del corpo è arrivata nel pomeriggio di ieri, quando i vigili del fuoco hanno estratto da sotto le macerie due persone senza vita. Le chiamate sul telefonino di Maria Teresa Carloni erano cominciate alle 3,36 della notte tra martedì e mercoledì, l’ora della scossa che ha fatto terra bruciata di Amatrice e delle frazioni limitrofe. A fare il numero di cellulare è stato per primo il marito, Giancarlo Catelli, anche lui musicista, docente di violino al conservatorio di Piacenza, che per impegni professionali non aveva potuto partire con la moglie che avrebbe raggiunto qualche giorno più tardi. In quegli stessi attimi di terrore un’insegnante del Pedrollo che si trova in vacanza in una località delle Marche, svegliata nel cuore della notte dalla scossa, si attacca al cellulare e tenta invano un contatto con Maria Teresa sapendo che la collega si trova ad Amatrice. Con il passare delle ore le telefonate da parte di parenti e amici si moltiplicano, diventano martellanti ma anche inutili perché l’unica risposta è la voce della segreteria e poi nemmeno più quella. Sul posto si precipitano la sorella di Maria Teresa con una figlia alla quale l’insegnante era affezionata e il marito che insieme ai vigili del fuoco localizzano la casa distrutta, individuano la camera da letto e cercano disperatamente di sentire una voce, un movimento, qualcosa che possa aiutare i soccorritori a scavare in una direzione. Sono ore di angoscia, di sms che si incrociano e legano tra loro con un ultimo filo di speranza tutti i docenti del Pedrollo che con il fiato sospeso attendono notizie. Il direttore Enrico Pisa riesce a risalire al numero di cellulare del marito di Maria Teresa e gli invia subito un messaggio per avere notizie. «Ho preferito non chiamare, il messaggio è più discreto» racconta sconvolto Pisa che con il passare del tempo riceve risposte che non lasciano spiragli. «Brutte notizie, continuano a scavare ma non trovano niente», scriveva desolato il marito della donna alle 13 di ieri, poco prima che il mondo gli crollasse davvero addosso e mettesse fine ad un’attesa diventata insopportabile.

A piangere la musicista anche la gente sopravvissuta di Amatrice dove Maria Teresa era conosciuta e apprezzata come professionista: le era stata affidata la direzione artistica di un gruppo corale che si esibiva all’aperto e nelle chiese durante i mesi estivi. Attoniti i colleghi e amici del Pedrollo. «Era una carissima persona, da noi insegnava ogni settimana per due giorni consecutivi - prosegue Pisa - arrivava a Vicenza da Busseto, città dove risiedeva, e per una notte dormiva dalle suore del Farina, a San Domenico. La ricorderemo per la vitalità e passione che metteva nel lavoro. Si era anche data da fare attivando corsi liberi per far conoscere il canto corale».

Anna Madron

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