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Vicentino

Migranti e sanità
7 mila prestazioni
Scontro sui costi

La Regione lamenta spese sanitarie elevate per curare i migranti
La Regione lamenta spese sanitarie elevate per curare i migranti
La Regione lamenta spese sanitarie elevate per curare i migranti
La Regione lamenta spese sanitarie elevate per curare i migranti

Federico Murzio

Dalle vaccinazioni alle visite specialistiche, il conto supera i 200 mila euro. Stiamo parlando della somma che le quattro Ulss vicentine hanno speso negli ultimi dodici mesi per circa 7 mila prestazioni sanitarie per i quasi duemila migranti sul territorio accolti fino al 31 agosto. Questo costo, stimato, è estrapolato dai dati di un report redatto dalla Regione. Indagine che calcola in 2.389.000 euro i soldi spesi dalla Regione dal gennaio 2015 ad agosto 2016 per le prestazioni mediche ai richiedenti asilo in tutto il Veneto. E, fornendo i dati, il governatore Luca Zaia chiede il rimborso «a Roma e Bruxelles». Ma gli risponde a stretto giro il senatore Giorgio Santini, del Pd, che definisce la polemica «infondata» perché quei soldi ammontano allo 0,025 per cento della spesa sanitaria regionale. Lo scontro è servito.

Stando all’indagine regionale, la stima dei costi sostenuti da tutte le Ulss da settembre 2015 ad agosto 2016 è di 1.288.000 euro. Soldi che possono essere tradotti anche in un altro numero: 39.960. Ovvero le prestazione sanitarie erogate. Si va dalle visite effettuate dal personale Sisp alle visite specialistiche, dalle vaccinazioni ai test Mantoux (per verificare la presenza o meno della tubercolosi), dagli Rx torace alle ecografie polmonari e ginecologiche, dagli elettrocardiogrammi agli esami ematochimici fino ai test Hiv.

L’altro numero da tener presente nella riflessione, spiegano gli addetti ai lavori, è 10.989: i migranti accolti in Veneto fino al momento della conclusione del report, ossia i beneficiari delle prestazioni sanitarie. Nel dettaglio, al momento della scrittura del dossier i richiedenti asilo presenti entro i confini provinciali erano 1.835: 1.122 accolti nell’Ulss 6, 436 nell’Ulss 4, 192 nell’Ulss 3, 85 nell’Ulss 5. Qualche giorno fa il numero è salito a 2.114.

Fermo restando che sono soldi «spesi volentieri, sia per garantire la nostra popolazione, sia per riconoscere in concreto la dignità umana di questi migranti che, se malati o portatori di malattie, vanno curati adeguatamente – nota l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto – abbiamo dovuto utilizzare fondi che sono dei veneti, e che ai veneti lo Stato deve restituire». «Roma e Bruxelles mettano mano al portafoglio e paghino – precisa il governatore Luca Zaia –. Non credano che il conto salato, destinato peraltro ad aumentare con i nuovi arrivi pressoché annunciati quotidianamente dai prefetti, venga pagato dai cittadini, già alle prese con i tagli nazionali alla sanità». In questi mesi, continua Zaia, «è stato fatto un lavoro enorme di fronte ad un fenomeno che lo Stato ci ha lasciato gestire da soli».

Parla invece di «polemiche inutili e infondate» il senatore democratico Giorgio Santini, capogruppo in commissione bilancio. «La spesa sanitaria regionale è pari a circa 8 miliardi ed è finanziata con la ripartizione del Fondo sanitario nazionale decisa dalla Conferenza Stato - Regioni allo scopo di fare fronte alla necessità di assistenza sanitaria nel Veneto – spiega il parlamentare -. Per i richiedenti asilo e i profughi sono stati spesi lo 0,025 per cento dell’intera spesa sanitaria regionale. Il Governo si fa attualmente carico di tutte le spese relative al funzionamento degli hub, ai quali le regioni non sono chiamate a concorrere. È bene che la Regione faccia la sua parte, considerando che siamo di fronte ad un’emergenza internazionale».

Federico Murzio

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