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VICENZA

Inchiesta BpVi
Lettere di garanzia
per alcuni soci

La guardia di finanza davanti alla sede della BpVi
La guardia di finanza davanti alla sede della BpVi
Inchiesta Banca Popolare Vicenza, indagato Zonin

VICENZA ore 17. 20. Ci sarebbero anche lettere, a favore di alcuni soci, con l’impegno da parte della Banca Popolare di Vicenza di riacquisto delle loro azioni per un importo di circa 300 milioni di euro, nel quadro di un più ampio aumento di capitale per 974 mln di euro, tra gli elementi raccolti nel procedimento penale avviato dalla Procura berica nei confronti di alcuni dei vertici dell’istituto bancario e che hanno portato a perquisizioni in alcune sedi della BpVi.

In particolare, nel decreto si evidenzia che in base agli elementi raccolti «emergono fondati indizi circa la concessione da parte della Banca Popolare di Vicenza di finanziamenti a favore di terze persone finalizzati all’acquisto sul mercato secondario di azioni BpVi ed alla sottoscrizione del medesimo titolo in occasione degli aumenti di capitale 2013 e 2014, per un importo complessivo di circa 974 mln di euro» e, in un altro passo, che questo meccanismo come la questione delle lettere non sarebbero stati comunicati alle realtà competenti nel corso di una ispezione condotta dalla Banca d’Italia nel 2012.

 

Potrebbero esserci anche nuovi indagati, alla luce dei risultati degli accertamenti in corso, tra i membri del Cda della banca Popolare di Vicenza, oltre al presidente Gianni Zonin, a Giuseppe Zigliotto e Giovanna Dossena. A dirlo il procuratore di Vicenza Antonino Cappelleri che ha coordinato l’indagine del Pm Luigi Salvadori. Nell’inchiesta risulta indagato anche l’ex dg Samuele Sorato e due suoi dirigenti (anch’essi hanno lasciato l’istituto) tutti con l’accusa di aggiotaggio. Secondo Cappelleri, bisognerà attendere l’esito delle indagini sulla documentazione sequestrata ieri, fase conclusa quest’ultima, per accertare se alti dirigenti della Popolare di Vicenza si siano fatti prestare dall’istituto denaro per comprare azioni della stesso. Per velocizzare l’inchiesta, Cappelleri sta valutando l’ipotesi di dare il compito non solo ad un unico Pm ma ad un pool di sostituti della Procura berica. «Ora attendiamo se contro i sequestri - ha detto Cappelleri - ci sia un ricorso al Tribunale del riesame di Vicenza da parte dei legali degli indagati». «Se ciò avverrà - ha rilevato - dovremo scoprire alcune delle nostre carte ma siamo pronti a farlo». Per questo il Procuratore conta su una indagine veloce che entro un mese stabilirà le eventuali responsabilità delle persone coinvolte nelle indagini. «Non è escluso - ha concluso il procuratore - che qualche altro appartenente del Cda venga indagato se dovessimo individuare qualcun’altro che si è fatto finanziare dalla Popolare per acquistare azioni della banca». 

 

Diego Neri

VICENZA. Un terremoto sulla banca dei vicentini. Dall’alba di ieri, quasi 200 finanzieri hanno compiuto una serie di perquisizioni a carico delle sedi e dei vertici della Banca Popolare di Vicenza: l’indagine della procura, scattata dopo gli esposti e decine di denunce di azionisti e correntisti, e avviata a giugno, ha portato al blitz che è durato tutta la giornata. Aggiotaggio e ostacolo delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, i funzionari di Bankitalia e della Bce, sono le ipotesi di reato a carico al momento di sei persone, a partire dal presidente Gianni Zonin e dall’ex direttore generale Samuele Sorato. (...)

 

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