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Vicenza

Il ricorso
del finto profugo?
Fissato al 2020

Un controllo della polizia a Campo Marzo, dove sono stati fermati i tre cittadini nigeriani che hanno chiesto asilo. ARCHIVIO
Un controllo della polizia a Campo Marzo, dove sono stati fermati i tre cittadini nigeriani che hanno chiesto asilo. ARCHIVIO
Un controllo della polizia a Campo Marzo, dove sono stati fermati i tre cittadini nigeriani che hanno chiesto asilo. ARCHIVIO
Un controllo della polizia a Campo Marzo, dove sono stati fermati i tre cittadini nigeriani che hanno chiesto asilo. ARCHIVIO

 

Non è un profugo. Ma potrà comunque rimanere in Italia, e usufruire del programma di protezione destinato ai migranti, fino al 2020. La vicenda di Lucky Okolo, nigeriano di 22 anni, venuta a galla durante un controllo della polizia a Campo Marzo, è una prova di come, in certi casi, la macchina della giustizia giri a vuoto. Un motore ingolfato da una montagna di cause e rallentato da una cronica carenza di organico.

LE TAPPE DELLA VICENDA. Lo straniero è sbarcato a Lampedusa il 30 maggio dell’anno scorso dopo aver affrontato la traversata del mar Mediterraneo. È stato fotosegnalato in uno dei centri di identificazione ed espulsione siciliani per poi essere trasferito a Sassari, dove gli è stato trovato un posto letto in un appartamento gestito da una cooperativa. Ha subito fatto domanda per ottenere lo status di rifugiato, ma la commissione territoriale ha respinto la sua istanza a ottobre. E così, il nigeriano ha presentato ricorso al tribunale di Cagliari. È a questo punto che la vicenda assume i contorni del paradosso, perché l’udienza davanti a un giudice, che di solito si tiene al massimo entro un anno, è stata fissata per il 30 gennaio del 2020. Nel frattempo, Okolo potrà restare nel Belpaese con un regolare permesso di soggiorno e continuare a godere dei benefici concessi dal programma di protezione, gravando sui conti pubblici. Fatti due calcoli, lo Stato potrebbe arrivare a spendere una cifra considerevole prima di scoprire che il richiedente asilo, in realtà, non è scappato né dalla guerra né dalle persecuzioni. Resta inoltre da capire perché lo straniero abbia deciso di trasferirsi in città, e di bazzicare nella zona di Campo Marzo, anziché godersi il mare della Sardegna.

I NUMERI. Non è malafede. Sono i numeri della prefettura a dire che solamente un migrante su cinque di quelli che hanno affrontato la tagliola delle audizioni della commissione territoriale è un vero profugo. Gli altri quattro si sono invece solamente spacciati per tali con l’unico obiettivo di ottenere il permesso di soggiorno. Come potrebbero aver fatto gli altri due nigeriani, di 27 e 28 anni, che sono stati trovati in compagnia di Okolo. Pure a loro è stato negato lo status di rifugiati e hanno fatto ricorso, ma la loro situazione verrà valutata in tempi più rapidi. A patto che si presentino in tribunale quando verranno convocati, perché tutti e due si sono allontanati dalle città in cui erano stati smistati, Catania e Trapani, per frequentare una delle zone di spaccio “più calde” del capoluogo berico. Che negli ultimi mesi attrae sempre più nigeriani alloggiati in altre città, e dove capita assai di frequente che qualche richiedente asilo venga sorpreso a cedere droga. Non è stato il caso dei tre nigeriani controllati martedì dagli agenti delle volanti. Uno di loro, però, è stato trovato in possesso della richiesta di asilo politico presentata da un altro migrante, pure lui proveniente dalla Nigeria. Un fatto singolare, sul quale la questura farà ulteriori approfondimenti.

Valentino Gonzato

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