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Nove ciclisti vicentini

Gli eroi in bici
conquistano
Capo Nord

I nove ciclisti vicentini hanno raggiunto Capo Nord al ritmo di 200 chilometri al giorno
I nove ciclisti vicentini hanno raggiunto Capo Nord al ritmo di 200 chilometri al giorno
I nove ciclisti vicentini hanno raggiunto Capo Nord al ritmo di 200 chilometri al giorno
I nove ciclisti vicentini hanno raggiunto Capo Nord al ritmo di 200 chilometri al giorno

Sono arrivati a Capo Nord schivando renne, alci e soprattutto la pioggia. E nei tempi programmati. Si sono sciroppati 4 mila chilometri ripartiti in 19 tappe da quasi 200 ciascuna, a zonzo per la Germania prima e per la lunga Norvegia poi. Con due maglie celebrative, quella con i colori della bandiera scandinava (rossa con croce blu bordata di bianco) e l’altra con i colori del Veneto, giallo e amaranto, e il Leone di San Marco, indossate con orgoglio in strada e pure all’arrivo. Per i 9 amici vicentini con la passione della bicicletta da corsa e dei lunghi viaggi, un tour ancora più bello di quello che avevano immaginato alla partenza di Villaverla.

«Impegnativo e fortunato - racconta Giorgio Foralosso, “addetto alla comunicazione” del gruppo - in tutto abbiamo preso solo 3 ore di pioggia, per il resto temperature nella norma locale, tra i 9 e i 13 gradi. Ed a ciò si aggiunge anche il fatto che non abbiamo avuto incidenti né guasti durante il percorso». Con le mogli sui camper a godersi i panorami. Portavoce di una squadra che va dai 70 anni di Giovanni “Ivan” Teribile ai 43 di Alessandro Binotto - e che comprende anche Antonio Bacciliero, Stefano Boscato, Antonio Cavaliere, Giorgio Fongaro, Sergio Munari e Valter Scapinello -, una lontanissima somiglianza con Cipollini, Giorgio ha raccontato tutto su Facebook, nella pagina creata per l’evento. «Il vero freddo lo abbiamo sentito all’Ice Bar prima di Capo Nord, dove abbiamo festeggiato con un aperitivo. A dire il vero, ci siamo concessi un brindisi anche all’arrivo. Una cosa è certa, non è stata un’avventura banale». Tra gli incontri ravvicinati del terzo tipo, quello con i ruminanti che vivono liberi specialmente a nord e nelle Lofoten «che ti possono spuntare all’improvviso sull’asfalto e sono bestioni di qualche centinaio di chili di peso» e soprattutto uno spagnolo in solitaria: «Pensavamo di aver fatto l’impresa - sorride Giorgio - quando abbiamo visto arrivare quest’uomo. Lo abbiamo visto in difficoltà e gli abbiamo offerto pane formaggio e salame. E birra. Ha detto che stava facendo il giro del mondo ed il suo contachilometri segnava 175 mila. Ci siamo dati appuntamento in Italia in aprile».

Arrivati a Oslo agli inizi di agosto, dislivello 2.100 metri, i “fantastici 9” dedicano ora l’impresa al gruppo Cortal di Grumolo delle Abbadesse e al presidente Dante Vecchiato. «È un altro ricordo indimenticabile. Sulla via per Bodo abbiamo oltrepassato il Circolo Polare Artico ritrovandoci immersi nella natura. Non c’era niente e Tony, come Hulk, l’ha celebrata in maniche corte. Temperatura ideale per un super eroe. Da Bodo ci siamo imbarcati per le Lofoten senza dimenticare di festeggiare qualche ora di meritato riposo. Non dimenticheremo mai gli acquarelli che ci hanno accompagnato dalle isole alla terraferma, il verde della terra, quello sfumato dell’acqua, l’azzurro del cielo e i nuvoloni bianchi. E il rientro in Norvegia, che ci ha tolto la poesia con diverse salite: lì ho tribolato». Poi, dopo un altro paio di tappe di 175 chilometri, il traguardo, la fine dell’Europa. E l’inizio di un altro sogno e del prossimo viaggio.

Roberto Luciani

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