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Vicenza

Genio senza soldi
Cresce la giungla
lungo i fiumi

Quelle dell’Astichello non sono sponde ma vere e proprie foreste
Quelle dell’Astichello non sono sponde ma vere e proprie foreste
Quelle dell’Astichello non sono sponde ma vere e proprie foreste
Quelle dell’Astichello non sono sponde ma vere e proprie foreste

Da qualche settimana a Vicenza sono nate diverse foreste. Non ve ne siete accorti? Allora vi basta recarvi in prossimità di un qualsiasi corso d’acqua, Retrone, Bacchiglione o Astichello (fate voi), dotarvi di abbigliamento adeguato e addentrarvi nella folta vegetazione che è spuntata accanto ai fiumi. Altro che prato inglese o piantine. Al posto degli argini ci sono arbusti alti anche due metri. L’appuntamento è un classico della stagione estiva, quando il caldo si alterna alla pioggia. Tuttavia il 2016 rischia di segnare un record (di altezza e di degrado) visto che al momento non ci sono risorse per darci un taglio.

L’INTERVENTO. L’operazione “sfalcio” dovrebbe essere condotta dal Genio civile. Dovrebbe, appunto. Perché ad oggi, fine luglio, nessun intervento con decespugliatori, cesoie o tosaerba è stato avviato sulle sponde dei fiumi vicentini. «E dire - ammette il direttore del Genio civile di Vicenza Mauro Roncada, che ha sostituito da poco l’ingegnere Marco Dorigo - che a questo punto avremmo dovuto già eseguire almeno due uscite». E invece nulla. Il caldo continua. La pioggia ogni tanto scende dal cielo. E l’erba cresce sempre più. Portando con sé in primis pericoli dal punto di vista idraulico: in caso di piena improvvisa l’acqua troverebbe più di qualche ostacolo sulle sponde. E successivamente sotto il profilo del degrado: la vegetazione favorisce il proliferare di animali come topi.

IL PANORAMA. Le diapositive che vengono scattate lungo il Bacchiglione, Retrone e Astichello sono pressoché identiche. Si parte da via Fratelli Bandiera, dove sugli argini si trovano piante di due metri. E si prosegue ancora sul Bacchiglione, dove la vegetazione minaccia la ciclabile di via Giuriolo. Non è risparmiato il centro storico. Una passeggiata lungo viale Eretenio rende l’idea di quanto il verde cresca incontrollato.

MANCANO SOLDI. Roncada, che è stato già alla guida del Genio civile di Vicenza nei mesi difficili post-alluvione, non si nasconde. «Purtroppo sappiamo benissimo che le condizioni sono critiche - commenta - anche perché l’erba sulle sponde dei fiumi cresce comunque anche senza pioggia: trova l’umidità dell’acqua. Magari potessimo fermarla». E magari potessero tagliarla, andrebbe aggiunto visto che difficilmente da qui ai prossimi giorni ci sarà un intervento. E il motivo è presto detto. «Siamo senza soldi», replica il direttore. «In particolare - aggiunge - con delibera del 29 giugno è stata definita una cifra per i Geni civili del Veneto; ma non sappiamo ancora a quanto ammonterà il budget. La Regione sta contraendo un mutuo con la Banca europea per gli investimenti e non appena sarà completata l’operazione ci diranno quanti soldi avremo e quindi quanto si riuscirà a fare». Anche perché il tempo corre «e la manutenzione - aggiunge - è il primo grosso intervento di difesa idraulica. E noi non abbiamo le risorse per portarla a termine. Lo sfalcio degli argini è fondamentale per vedere se le sponde sono danneggiate o per scongiurare eventuali pericoli, come alberi a rischio». Le casse, però, sono vuote «e a noi basterebbe almeno un milione di euro all’anno. Potremmo intervenire a macchia di leopardo anche se ne servirebbero il doppio per fare qualcosa di buono».

Nicola Negrin

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