<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Vicenza

Emergenza migranti
Alle coop mancano
dieci milioni di euro

Secondo le previsioni della prefettura, gli arrivi non cesseranno prima della metà di ottobre
Secondo le previsioni della prefettura, gli arrivi non cesseranno prima della metà di ottobre
Secondo le previsioni della prefettura, gli arrivi non cesseranno prima della metà di ottobre
Secondo le previsioni della prefettura, gli arrivi non cesseranno prima della metà di ottobre

Il sistema vicentino dell’accoglienza è in crisi, stavolta non soltanto per la cronica carenza di posti in relazione agli arrivi incessanti. La preoccupazione deriva da quei 10 milioni di euro che le 40 realtà coinvolte nell’assistenza ai migranti attendono dallo Stato come rimborsi delle fatture da maggio a oggi. Il ministero del Tesoro sta lasciando all’asciutto le associazioni, gli enti religiosi, i Comuni (due: Monteviale e Posina), gli hotel e i privati che gestiscono l’ospitalità dei 2.114 richiedenti asilo presenti nel Vicentino. Gli ultimi fondi erogati sono relativi alle spese di aprile, poi più niente. Con la conseguenza che le coop sono costrette a fare i salti mortali per garantire i servizi: vitto, alloggio, assistenza medica, corsi di italiano, per citarne alcuni. Qualcuno ci riesce attingendo dalla liquidità disponibile grazie ad altre attività, altri invece, devono bussare alla porta delle banche.

CONTI COL BUCO. Era già accaduto lo scorso anno che gli enti che gestiscono l’accoglienza dei migranti si trovassero a patire dei ritardi nei pagamenti da parte dello Stato, ma stavolta la situazione ha assunto proporzioni drammatiche. Per capire la vicenda, occorre considerare che ogni straniero costa al giorno circa 35 euro, cifra che aumenta a 45 euro per i minorenni. L’erogazione dei fondi spetta, attraverso il Viminale, al ministero del Tesoro, che ha bloccato i trasferimenti. E il ritardo iniziale di un mese è raddoppiato, per poi aumentare ancora. Risultato: tra pochi giorni, alla fine del mese, saranno cinque mesi di rubinetti chiusi.

SERVIZI A RISCHIO. «Gli enti che accolgono i migranti sono in sofferenza - conferma il vicario del prefetto, Massimo Marchesiello - e anche ieri i nostri uffici hanno sollecitato il ministero dell’Interno per chiedere aggiornamenti sulla questione». Un fenomeno non nuovo, sul quale ora si riaccendono i riflettori: «I ritardi nei pagamenti si presentano ciclicamente ma ora si stanno rivelando più lunghi. In più, poiché sono aumentate le presenze, le cooperative si trovano maggiormente esposte». Per l’esattezza, calcola la responsabile del servizio contabilità della prefettura, Mariarosa Manodoro, per la fine di settembre, i rimborsi attesi saranno saliti alla cifra stellare di 10 milioni di euro.

LE PROSPETTIVE. Il problema, secondo Marchesiello, dovrebbe arrivare a soluzione «per la metà di ottobre, secondo le ultime indicazioni dal Viminale». Le coop incrociano le dita e nel frattempo si arrangiano come possono. «Per far fronte al bisogno di liquidità stiamo ricorrendo allo strumento dell’anticipo fatture. Le banche finora ci hanno sempre aiutati perché siamo clienti affidabili e perché il maggior debitore in questo caso è lo Stato, ma questa situazione non può durare in eterno», spiega Silvio Bazzara, presidente della coop “Con te” che gestisce 400 migranti e, calcolatrice alla mano, attende un rimborso di almeno un milione di euro. «Non lavoriamo soltanto con i migranti e grazie a questo, almeno per il momento, riusciamo a coprire le spese», commenta, invece, Daniele Sandonà di Cosep (una sessantina di profughi ospitati). Sulla stessa lunghezza d’onda anche Studio Progetto onlus, di Valdagno, che si occupa in primis di servizi socio-educativi: «Per il momento riusciamo ad essere puntuali nel pagamento dei fornitori, delle tasse, dei dipendenti». Ma il futuro è incerto: «Abbiamo appena assunto nuovo personale e dal mese prossimo le nostre necessità di conseguenza aumenteranno. Ci auguriamo che i pagamenti si sblocchino». La speranza è anche di Giorgio Zebele, della cooperativa sociale Cosmo, una cinquantina di migranti ospitati: «Non abbiamo ancora toccato il fondo, ma solo perché esistiamo da 30 anni e la nostra attività è ampia. Comunque, per far fronte alle esigenze, siamo ricorsi anche ai prestiti dei soci».

OLTRE DUEMILA. Intanto gli arrivi non cessano e l’emergenza non arretra. Ieri da Agrigento è stato trasferito a Vicenza un gruppo di 7 cittadini nigeriani. Oggi sarà la volta di altri otto che arriveranno da Trapani. «Con ogni probabilità, il flusso proseguirà fino alla metà di ottobre». Il traffico di esseri umani non si arresterà fino a che le condizioni climatiche permetteranno di attraversare il Mediterraneo sui barconi. Al momento, secondo gli uffici di contra’ Gazzolle, sono salite a quota 2.114 le presenze nel Vicentino, mentre la commissione territoriale che si è insediata a marzo in città sta per sfiorare le mille posizioni valutate. Frenetico il lavoro dell’organismo che ha il compito di esprimersi sulla richiesta di protezione internazionale dei migranti. Una decina al giorno le pratiche trattate, con il 70 per cento di rigetti. Rigetti che, in automatico, si traducono in ricorsi.

Laura Pilastro

Suggerimenti