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Valdagno

Se ne va l'ultimo
capostazione
«Mi aspetta l’Africa»

Il capostazione Alessio Bicego nel suo ultimo giorno di lavoro. ZILLIKEN
Il capostazione Alessio Bicego nel suo ultimo giorno di lavoro. ZILLIKEN
Il capostazione Alessio Bicego nel suo ultimo giorno di lavoro. ZILLIKEN
Il capostazione Alessio Bicego nel suo ultimo giorno di lavoro. ZILLIKEN

VALDAGNO. L’ultimo capostazione se ne va. Dal primo settembre, Alessio Bicego, storico volto della stazione delle corriere di viale Trento, andrà in pensione dopo 32 anni in Ftv. «Era domenica 1 luglio 1984 ed ero alla guida di uno dei 4, 5 o addirittura sei pullman che partivano nei fine settimana da Valdagno per raggiungere il Villaggio Marzotto».

Memoria di un mondo che non c’è più, Bicego risponde al telefono con un secco ma cordiale «Tramvie Valdagno» e pianifica con poche indicazioni il viaggio di un folto gruppo di scout verso Campogrosso per la fine di agosto. È dal 1992 che Bicego ricopre, con varie modifiche nella carica formale, il ruolo di “coordinatore movimento traffico” nella stazione di viale Trento.

«Da 24 anni, ogni giorno, gestisco 50 persone e 55 autobus nel periodo scolastico con oltre 3 mila studenti nel bacino di valle. Mi mancherà soprattutto il contatto con la gente, i consigli da dare alle madri per i figli studenti su quali corse prendere perché i viaggi fossero più confortevoli possibile. Ma anche i tanti “senza famiglia” che in stazione hanno trovato, per quanto possibile, una tappa di conforto ed in me uno che poteva dare un consiglio». Non è stato tutto rose e fiori. «No - sorride Bicego - Ne succede una al giorno. Uno dei ricordi più forti è quello della nevicata del 1985. Ero ancora autista e, assieme ad altri colleghi, non siamo più riusciti a muovere gli autobus: siamo stati costretti a dormire nei nostri mezzi lungo la 246 a Castelgomberto. Poi ci sono stati gli incidenti, come quello dell’autosnodato che si è schiantato nello studio veterinario al Maglio di Sopra a Valdagno o, ancora, quello più recente della corriera avvolta dalle fiamme a Recoaro. Una volta constatato che tutti stavano bene, il mio compito è sempre quello di mantenere la calma e di garantire che il servizio pubblico proseguisse senza problemi. Ci sono stati anche i 15 feriti del bus fuori strada a Cereda, ma anche le frane a Recoaro che hanno bloccato i bus, con 600 studenti che attendevano di partire».

Tra i ricordi, però, trovano spazio anche quelli belli. «Gli autobus organizzati per la visita del Papa a Vicenza, quelli per le adunate alpine, ma anche quelli per la solidarietà, dopo la guerra di Jugoslavia in particolare». Ed il futuro? «La prima idea era quella di partire per l’Uganda il 2 settembre - scherza Bicego - Ma non è possibile, quindi aspetterò una decina di giorni».

Nello Stato africano, infatti, il figlio Paolo gestisce alcune missioni con il supporto dei comboniani. Si tratta di 160 bambini di cui circa un terzo affetti da grave disabilità. Ed è stato proprio il capostazione ad aprire questa possibilità. «Il primo viaggio in Uganda è stato durante le ferie del 1984, su un aereo della Uganda Airlines che poco dopo si è schiantato. Tra l’86 e l’87 le Ftv mi hanno dato la possibilità di prendere un’aspettativa. Sono tornato in Africa ma siamo dovuti scappare a causa della guerra. Ora, però, sento che devo tornarci stabilmente».

Karl Zilliken

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