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Castelgomberto

Laureata cambia
vita: «Meglio
muli e fattoria»

La fattoria propone attività con gli animali per bambini, anziani e disabili
La fattoria propone attività con gli animali per bambini, anziani e disabili
La fattoria propone attività con gli animali per bambini, anziani e disabili
La fattoria propone attività con gli animali per bambini, anziani e disabili

CASTELGOMBERTO. Trent’anni, una laurea in Scienze ambientali e la passione per l’ambiente e gli animali. Questa è la ricetta che ha fatto nascere la fattoria didattica di Anna Radizzi, una valdagnese che nelle campagne di Peschiera dei Muzzi a Castelgomberto si è “inventata” un mestiere nel vecchio casale di famiglia.

È tra le mura storiche della casa padronale e nell’aia del Quattrocento che accoglie i bambini e gli anziani con attività ricreative e rilassanti a contatto con la natura. Una natura che, per Anna, è fatta di terre coltivate in modo ecologico e di animali recuperati da situazioni difficili o sottratti al destino del macello. E se il giorno della laurea aveva altri sogni, non vuol dire che qui abbia improvvisato.

I curriculum inviati e rimasti senza risposta hanno fatto in modo che la giovane valdagnese si specializzasse sempre di più: prima il corso di Pet Therapy nel centro nazionale di Montecchio Precalcino, poi il corso di mastro birraio a Padova approfondendo l’aspetto botanico, con uno stage a Veneto Agricoltura, fino a quello organizzato da Coldiretti per aprire una fattoria didattica. «Sono stati anni duri, di studio e gavetta, ma alla fine sto realizzando uno dei miei sogni - racconta Anna -. Attraverso le attività in azienda insegno ai bambini a giocare come si faceva una volta, cerco di far passare il messaggio del mangiare sano e di dover in qualche modo tornare alle origini per recuperare il contatto con l’ambiente che deve sempre essere rispettato».

 

 

A marzo i cancelli della fattoria si sono aperti e sono iniziate le collaborazioni con la cooperativa Primula e la Fondazione Marzotto di Valdagno, le visite scolastiche degli istituti dei paesi limitrofi ed ora i centri estivi. E quando si entra si sentono le voci di bambini che si meravigliano coltivando l’insalata o impastando il pane. Poco distante dagli animali si vedono gli orti, un centinaio di metri quadrati, rialzati con muretti in tufo per permettere agli anziani e ai disabili in particolar modo di lavorare senza barriere. Tutto è studiato nei particolari, anche la disposizione di 3 mila piante di luppolo. «Per ora la produzione della birra rimane solo un hobby - spiega Radizzi -. Una volta cresciuto, raccolgo i coni, li essicco e li trasformo in pellet per poi venderli ai birrifici artigianali della zona. È una coltura sperimentale con tecniche naturali, anche l’erba tra le piante viene tolta a mano o con macchine apposite».

Tornando ai recinti degli animali si incontra Stellina, uno dei tre asini presenti, salvata dal macello. «Solo quando l’ho portata qui ho scoperto che era incinta ed è nato Pasticcio - ha proseguito Radizzi -. Poi si sono aggiunti Rodolfo, la cavalla Rosetta di 23 anni, il bardotto Brando, 20 galline, 12 oche, 10 pecore tra le quali tre agnellini abbandonati e cresciuti con il biberon. E ancora abbiamo tre conigli californiani di un allevamento da carne, dieci capre, e Tenente, un colombo con l’ala colpita da numerosi pallini da caccia, più l’anatra Fernanda, recuperata mentre vagava spaesata in mezzo alla strada. All’inizio, avevo pensato di dover comprare gli animali un po’ alla volta. Invece, a dispetto di ogni programmazione, sono arrivati con le loro storie alle spalle e ora mi aiutano nelle attività ludiche con i bambini e in quelle ricreative con gli anziani».

 

 

Ora la fattoria inizia a viaggiare con con profitto e scioltezza ma per Radizzi non è stato facile realizzare il proprio obiettivo. Una delle cose che ha chiarito subito con se stessa è stata il dover dire addio ad alcune comodità, ma soprattutto il dover pensare diversamente da quello che fanno altre aziende votate all’agricoltura e alle coltivazioni. Ho deciso immediatamente di dare vita ad un’azienda multifunzionale, che significa non cristallizzarsi su un unico aspetto ma offrire una serie di servizi - ha concluso Radizzi -. C’è anche un ultimo aspetto da tener presente: è necessario cancellare definitivamente dal calendario le giornate festive, i sabati e le domeniche e, in più, è fondamentale adeguarsi alle stagioni. Che sia freddo, che l’afa sia insopportabile o che piova a dirotto, la terra ha bisogno di essere curata e gli animali devono assolutamente essere accuditi».

Veronica Molinari

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