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«Il centro culturale diventi moschea»

L’area dell’ex inceneritore di Valdagno torna al centro dell’attenzione dopo le critiche. ZILLIKEN
L’area dell’ex inceneritore di Valdagno torna al centro dell’attenzione dopo le critiche. ZILLIKEN
L’area dell’ex inceneritore di Valdagno torna al centro dell’attenzione dopo le critiche. ZILLIKEN
L’area dell’ex inceneritore di Valdagno torna al centro dell’attenzione dopo le critiche. ZILLIKEN

«La moschea all’ex inceneritore». C’erano una volta la “Bella di Torriglia” o la “Sora Camilla”, quelli che “tutti la vogliono ma nessuno se la piglia”. La moschea che dovrebbe diventare punto di riferimento per la Valle dell’Agno e per le aree limitrofe rischia di fare questa fine: tutti, a parole, aprono alla possibilità di ospitarla ma nel concreto il luogo di culto della comunità musulmana resta al centro di un ping-pong che vede in campo il sindaco di Cornedo Martino Montagna, che prova ad assestare il punto vincente ed il collega di Valdagno, Giancarlo Acerbi, che ribatte colpo su colpo. L’ultima proposta di Montagna è quella di costruire la moschea dove ora sorge l’ex inceneritore. «Perché no?» si chiede il sindaco cornedese, che sposa un’idea lanciata attraverso i social. «Ovviamente la struttura dovrebbe essere riconvertita. Sono sicuro che, dal punto di vista urbanistico, sia compatibile per attività di pubblico interesse, come lo è l’ex cinema Corallo. Si tratta di un’area già di proprietà comunale e, aspetto da non sottovalutare, si troverebbe a cavallo tra i due paesi». Dopo aver ribadito la necessità di sigillare lo stabile di via Monte Ortigara, oggi punto di riferimento per la comunità musulmana, perché si tratta di un capannone a destinazione artigianale e non può essere usato come luogo di culto, Montagna aveva aperto al dialogo con i rappresentanti del centro culturale El Nour: «Qui a Cornedo ci sarebbe già la soluzione» ha spiegato. «Nell’area industriale della frazione di Cereda, infatti, esistono dei terreni di privati che avrebbero già la destinazione ad area di pubblico interesse e religiosa. Le aree ci sono, ma stiamo parlando di proprietà privata, per cui i musulmani dovrebbero acquistare e poi costruire. Non so se ci riuscirebbero, dopo la spesa che hanno sostenuto per il capannone di Spagnago. Per questo, avevo chiesto loro di contattarmi prima di comprare una nuova area dopo la vicenda di contrada Tommasoni. All’inceneritore, invece, potrebbero bastare una convenzione con il Comune e qualche lavoretto, ma credo sarebbe perfetto perché fuori dal centro abitato e servito da un ampio parcheggio».

Scettico, a dir poco, Acerbi: «Non saprei che dire» risponde sconsolato al primo impatto. «Sono convinto che questioni di questo genere vadano discusse nelle sedi opportune e con calma. Nemmeno l’inceneritore mi sembra comunque un posto adatto, perché c’è un’area dedicata ai bambini e una zona che ci serve per gli eventi. Al momento non ci sarebbero abbastanza parcheggi e, soprattutto, si prospettano costi di demolizione e ricostruzione molto alti».

La “questione moschea” non è passata sotto silenzio neppure nel consiglio comunale valdagnese dell’altra sera grazie ad una domanda d’attualità presentata dal consigliere di maggioranza Eliseo Fioraso, sulla possibilità di vederla ospitata nell’ex “Corallo”: «Con un vero e proprio “colpo di teatro”» si legge nella domanda «un imprenditore valdagnese ha proposto l’utilizzo dello stabile chiuso da tempo ed in disuso come luogo di culto in previsione di un suo utilizzo più proficuo anche nell’interesse della proprietà stessa. Il sindaco di Cornedo, riscoprendo l’importanza di ragionare in ottica di valle, con entusiasmo si è dichiarato pronto a fare da intermediario con la comunità musulmana. Si potrebbe pensare che l’ottica sia “meglio a Valdagno che a Cornedo”, in pieno stile “Not in my backyard” (non nel mio cortile)».

Karl Zilliken

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