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Caldogno

Malore in palestra
«Il cuore di Simone
salverà una vita»

Un’immagine sorridente di Simone Montieni, 37 anni
Un’immagine sorridente di Simone Montieni, 37 anni
Un’immagine sorridente di Simone Montieni, 37 anni
Un’immagine sorridente di Simone Montieni, 37 anni

In piedi su una tavola da surf, tra mare turchino e cielo splendente. Oppure tra la neve, a cimentarsi nello snowboard. Sorridente dopo una cena tra amici, a passeggio nella campagna inglese o su una spiaggia indonesiana, tra le onde californiane o sotto il sole australiano. Sempre determinato, appassionato. Uno che la vita la mordeva senza timori e che aveva fatto del mondo la sua casa, pur restando sempre saldamente ancorato a Caldogno, dove era cresciuto e dove viveva ancora, poco lontano dai genitori. Lo aspettavano a cena mamma Maria Franca e papà Novelio mercoledì sera quando, dal centro sportivo “Aquarea” di via Torino, è arrivata la telefonata: «Simone sta male, venite subito». Ma per lui, stroncato da un infarto durante una lezione di fit box intorno alle 19.40 di mercoledì, ogni tentativo di strapparlo a una morte improvvisa è stato vano. Per oltre un'ora gli istruttori della palestra prima, e i sanitari del Suem 118 poi, hanno cercato di rianimarlo. Ma nemmeno l'utilizzo tempestivo del defibrillatore è servito.

«Stava bene, benissimo, non aveva problemi di salute, l'ho chiesto anche al suo medico e mi ha detto che non lo vedeva da un anno e più. Non capiamo cosa possa essere successo», si tormenta mamma Maria Franca, che con il marito ha deciso per la donazione degli organi del suo unico figlio: «Vivrà nei bambini e nelle persone che ora Simone potrà salvare».

Impossibile, forse inutile, cercare un senso a una tragedia simile: «Non può essere vero, non può essere morto così», le parole di chi Simone lo conosceva e gli voleva bene. Non lui, ex nuotatore agonista, ex bagnino, oggi appassionato di surf, snowboard e skateboard.

Simone, laureato in ingegneria, era un ragazzo sportivo e iper controllato, come sottolinea uno dei suoi migliori amici, Gianni Dessupoiu: «Praticava moltissimo sport ed era attento a tutto, molto prudente. Per questo è ancora più difficile accettare quello che è accaduto. Avevamo in programma le prime uscite sulla neve e poi le chiacchiere, le serate in compagnia, i viaggi. Sarà dura senza di lui».

Sconvolto anche un altro amico storico di Simone, Matteo Righele: «Quando ho saputo mi sono precipitato a casa dei genitori. Stava bene – ripete anche lui – eravamo stati in Toscana a fare surf ed era davvero in forma». Quale sia la causa del malore che ha colpito il giovane mentre si allenava in quel luogo così familiare che era per lui la palestra calidonense, solo l'autopsia, fissata probabilmente per lunedì, potrà dirlo. Di certo c'è che il 37enne, che lascia l'amato cane Whisky, si è sentito male durante la lezione e, dopo essere caduto a terra, non ha più ripreso conoscenza nonostante i soccorsi.

Per ore i genitori l'hanno vegliato, assieme ai parenti, nella saletta al piano superiore del centro sportivo: lo stesso che ieri, per volere della direttrice Silvia Cunico, amica di Simone da vent'anni, è rimasto chiuso in segno di lutto e di vicinanza alla famiglia.

Cosimo Caragiuli, il titolare della società “Omnys”, dove il giovane lavorava come informatico, ne ricorda la professionalità: «Era uno dei nostri più validi collaboratori e una splendida persona».Inoltre, sono decine i messaggi di cordoglio giunti alla famiglia anche sui social, dall'Italia e dall'estero.

Giulia Armeni

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