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Donne segregate in casa
“liberate” dalle maestre

Alcune volontarie alla premiazione in municipio. STUDIOSTELLA-CISCATOZorzan, il sindaco Casarotto, Fanton e Michelusi. STUDIOSTELLA-CISCATO
Alcune volontarie alla premiazione in municipio. STUDIOSTELLA-CISCATOZorzan, il sindaco Casarotto, Fanton e Michelusi. STUDIOSTELLA-CISCATO
Alcune volontarie alla premiazione in municipio. STUDIOSTELLA-CISCATOZorzan, il sindaco Casarotto, Fanton e Michelusi. STUDIOSTELLA-CISCATO
Alcune volontarie alla premiazione in municipio. STUDIOSTELLA-CISCATOZorzan, il sindaco Casarotto, Fanton e Michelusi. STUDIOSTELLA-CISCATO

È l'unico modo che hanno per uscire di casa e vivere a contatto con altre donne, scambiarsi una parola nella loro lingua, un sorriso, fare amicizia e nel contempo imparare l’italiano che potrebbe in futuro aiutarle a liberarsi da un retaggio culturale e familiare piuttosto rigido. Sono le 105 straniere, di 29 nazionalità, residenti a Thiene e paesi limitrofi che, grazie all'indulgenza del marito, frequentano tre volte alla settimana (lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 14.30 alle 16, al terzo piano della scuola media Bassani) i corsi di italiano. C'è chi, analfabeta, parte addirittura dal livello di prima alfabetizzazione, mentre le altre seguono il corso base. Una possibilità offerta loro dalla sinergia nata sei anni fa tra il Circolo Auser e l’Associazione Asa che mette a disposizione 70 volontarie, 37 impegnate come insegnanti e 33 come baby sitter. Nei giorni scorsi queste volontarie sono state ricevute in municipio a Thiene dal sindaco Gianni Casarotto per esprimere loro la riconoscenza per tutto ciò che fanno, a titolo gratuito, solo per ricevere in cambio un grazie o un sorriso. «Se il primo anno eravamo solo quattro volontarie con una trentina di allieve – spiega Novella Sacchetto - oggi possiamo contare su 70 volontarie adulte tra insegnanti alle donne e baby sitter. A queste ultime va aggiunta la collaborazione di 60 studenti dell'istituto Garbin e del Liceo. Delle oltre cento straniere iscritte, un'ottantina frequenta con regolarità la scuola e ciò è possibile anche grazie al fatto che abbiamo un servizio con babysitter che attualmente ospita 36 bimbi». Tutto questo dimostra come la scuola di lingua italiana si configuri sempre di più come un proficuo processo di inclusione sociale. Lo confermano le volontarie dei corsi, come le thienesi Amelia e Carla e Lucia di Fara. «Per chi è dei Paesi arabi - racconta Amelia - questo è davvero l'unico momento per poter uscire di casa, da sole, e sentirsi libere di socializzare. È una goccia importante, ma la crescita culturale è ancora difficile. Noi cerchiamo di far vedere loro che esiste una società diversa da quella che conoscono». «Venire al corso per loro è uscire dall'uscio, dagli stereotipi della loro storia domestica – prosegue Carla - È un modo per prendere in mano la loro vita a livello sociale, per spezzare dalla routine e questa è già una conquista».

Silvia Dal Maso

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