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Thiene

Danni e minacce
ai due immigrati
della casa contesa

La porta d’entrata con la vetrata infranta da un bastone. ARMENI
La porta d’entrata con la vetrata infranta da un bastone. ARMENI
La porta d’entrata con la vetrata infranta da un bastone. ARMENI
La porta d’entrata con la vetrata infranta da un bastone. ARMENI

Un doppio blitz notturno al grido di «Bastardi marocchini, tornatevene a casa o vi ammazziamo». E, per sottolineare in modo ancora più eloquente le minacce, una, due mazzate alla porta di casa, che hanno mandato in frantumi il vetro all'ingresso. Giorni difficili per i due marocchini residenti, seppur abusivamente, al civico 13 di via Marconi a Thiene.

Dopo una settimana turbolenta, assediati da giornalisti e telecamere in seguito alle manifestazioni da parte del comitato “Prima Noi” per far si che l'immobile venisse liberato e riconsegnato alla legittima proprietaria, i due nordafricani, Mohamed Bennoune e Adil Chabab, sono stati presi di mira da due uomini che, nella serata di giovedì, li hanno minacciati danneggiando l'esterno della casa.

Questo nonostante nei giorni scorsi sia stato raggiunto un accordo tra il legale dei marocchini, che da un anno risiedono al 13 e devono rimanere domiciliati lì in seguito ad un provvedimento del giudice che ha disposto l'obbligo di permanenza notturna e l'avvocato del comitato “Prima Noi”, che segue la vicenda dall'inizio per conto della padrona di casa. Accordo che, in sostanza, concede ai due inquilini di abitare gratuitamente nell'appartamento fino al 30 settembre, giorno in cui abbandoneranno lo stabile per un nuovo domicilio.

Una promessa che però non è bastata evidentemente a qualche “testa calda”, per usare le parole del portavoce del comitato Alex Cioni, che giovedì sera ha pensato di fare visita ai nordafricani.

«Sono arrivati in due a bordo di una Smart grigia – spiega Bennoune – hanno accostato senza nemmeno scendere e hanno cominciato ad urlare “Marocchini bastardi, andate via, vi ammazziamo, venite fuori”. Io sono uscito ma loro sono fuggiti via, non ho fatto in tempo a vederli».

Questo la prima volta: poi, qualche ora dopo, intorno alla mezzanotte, la stessa automobile e probabilmente gli stessi personaggi sono tornati al civico 13, alzando però il tiro: «Hanno cominciato di nuovo ad urlare e poi, con un bastone o una mazza, hanno sfondato il vetro della porta, mandandolo in frantumi», racconta ancora Bennoune.

Intervenuti i carabinieri, si cerca ora di capire se le telecamere installate in zona possano aver ripreso le sequenze della spedizione punitiva.

Condanna l'episodio Cioni, che parla di “schegge impazzite”: «La vicenda della casa occupata ha fatto il giro d'Italia e poteva succedere che qualche cretino agisse così. Comportamenti del genere però non possono che nuocere alla nostra causa, che è stata portata avanti alla luce del sole e non di notte, come in questo caso. Oltretutto queste persone hanno creato problemi alla stessa proprietaria, danneggiando la casa».

Giulia Armeni

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