<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Torrenti invasi da piante: rischio piene

Particolarmente critica la situazione lungo l’alveo del Leogra, invaso dalla vegetazione. DAL CEREDO
Particolarmente critica la situazione lungo l’alveo del Leogra, invaso dalla vegetazione. DAL CEREDO
Particolarmente critica la situazione lungo l’alveo del Leogra, invaso dalla vegetazione. DAL CEREDO
Particolarmente critica la situazione lungo l’alveo del Leogra, invaso dalla vegetazione. DAL CEREDO

Niente soldi per la manutenzione dei torrenti e con alberi e arbusti cresciuti negli alvei in secca s’innalza il rischio in caso di piene. Nei corsi d’acqua del territorio non c’è ancora traccia significativa di acqua corrente, ma questo non significa che il rischio alluvione non sia in agguato. Nei letti sassosi infatti è spuntata in abbondanza una vegetazione lussureggiante che, se dovesse capitare un’ondata di maltempo simil-2010, rappresenterebbe un serio ostacolo al deflusso delle acque e favorire occlusioni e straripamenti.

Una spada di Damocle che pende sulle teste dei tanti residenti delle zone limitrofe, che potrebbero ritrovarsi con case e cantine allagate. Al solo profilarsi di tale ipotesi, nei volti degli scledensi appaiono espressioni di preoccupazione, memori delle ore di tensione del novembre 2010. «Tutta la notte restammo svegli, sentendo le ruspe e i camion che lavoravano - racconta un signore residente proprio vicino al ponte di Magrè - per evitare che l’argine crollasse tirandosi dietro un pino di venti metri che avrebbe bloccato il torrente. Lezione che evidentemente non è servita».

La manutenzione dei torrenti spetta al Genio Civile di Vicenza o al Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, in base alla tipologia di corso d’acqua.

Alberi con tronchi dal discreto diametro, grandi arbusti infestanti, cespugli e erbacce. Nel Leogra c’è un po’ di tutto dato che, perlomeno in alcune zone, non viene manutentato dall’anno scorso. «Purtroppo dalla Regione non ci sono stati fondi a sufficienza per questi interventi - spiega Mauro Roncada, direttore del Genio di Vicenza che si occupa dei grossi torrenti come anche il Timonchio o l’Astico -. Una buona programmazione vorrebbe che i lavori si facessero in estate e poi prima della stagione fredda, in modo da non avere poi problemi in caso di piene. Purtroppo non è andata così, ma almeno in questi ultimi giorni la Regione ha stanziato due milioni di euro per gli interventi in provincia di Vicenza. Una buona cifra, ma ne servirebbero ancora». I soldi ora quindi ci sono ma i lavori, tra approvazioni, appalti e assegnazioni, non partiranno prima di novembre.

Per i corsi d’acqua secondari come il Gogna (anch’esso invaso dalla vegetazione) ad intervenire è invece il Consorzio di bonifica, che sembra essere un po’ in ritardo sulla sua tabella di marcia. «Ogni anno - afferma il presidente Silvio Parise - prevediamo almeno tre sfalci, più una pulizia approfondita dell’alveo. L’ultimo sfalcio che effettuiamo è proprio quello prima dell’inizio dell’inverno». A breve è attesa la pulizia.

Anche se i torrenti sono ancora in secca, l’approvvigionamento idrico è assicurato. «Nei mesi caldi non ci sono state situazione critiche - sottolinea il direttore di Avs, Massimo Cornaviera - grazie alla serie di interventi di interconnessione tra i vari acquedotti e all’impiego di nuove fonti di approvvigionamento, realizzati da Avs negli ultimi anni. È garantita costanza d’acqua anche agli acquedotti dipendenti dalle piccole sorgenti montane, più soggette al meteo».

Silvia Dal Ceredo

Suggerimenti