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Schio e San Vito a nozze Prove tecniche di fusione

Il punto di confine fra San Vito e Ca’ Trenta, ovvero SchioLa piazza principale di San Vito.  FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATO
Il punto di confine fra San Vito e Ca’ Trenta, ovvero SchioLa piazza principale di San Vito. FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATO
Il punto di confine fra San Vito e Ca’ Trenta, ovvero SchioLa piazza principale di San Vito.  FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATO
Il punto di confine fra San Vito e Ca’ Trenta, ovvero SchioLa piazza principale di San Vito. FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATO

Prove tecniche di fusione fra Schio e San Vito di Leguzzano. Nei corridoi municipali se ne parlava da tempo ma ora c’è qualcosa di concreto: le due giunte si confronteranno fra qualche giorno in una riunione in cui getteranno le basi per l’ipotesi di aggregazione. L’IDEA. San Vito si trova fra due cittadine, ovvero Malo a sud e Schio a nord, legato con un filo di continuità da Case di Malo e Ca’ Trenta. Ormai i confini comunali si perdono fra le abitazioni. Il paese supera di poco i 3.500 abitanti e prima o poi dovrà fare i conti con la necessità di fondersi. Semmai i dubbi erano verso chi rivolgere le attenzioni. Se la giunta sta trattando con Schio, qualche voce della minoranza aveva chiesto di vagliare anche l’ipotesi Malo, con cui però i legami sui servizi sono minimi. Con la città laniera si condividono invece la polizia locale e altro. Inoltre il sindaco Umberto Poscoliero è un dipendente del Comune scledense, dove è responsabile dell’ufficio legale. I VANTAGGI. Secondo le prime stime effettuate a palazzo Garbin, i benefici in termini economici derivanti dai contributi regionali e statali, farebbero entrare nelle casse comunali circa 2 milioni di euro all’anno per un decennio. Insomma, 20 milioni di euro. Supponendo che tre uarti finiscano per essere reinvestiti nell’attuale territorio scledense ed un quarto in quello sanvitese, si tratterebbe per quest’ultimo comunque di una somma enorme, 5 milioni di euro. I TEMPI. Entrambe le amministrazioni comunali vanno al voto nella primavera 2019. I tempi tecnici dunque sono stretti per poter risolvere la questione nella prossima tornata elettorale. Bisognerebbe andare al referendum entro la fine dell’anno , una volta completati gli altri passaggi e avviata una campagna informativa, per poi andare alle urne insieme. Altrimenti, una volta rieletti sindaci e giunta, è improbabile che si vada subito allo scioglimento e il rischio è che la fusione slitti di qualche anno. LO SPORT UNISCE. Le società calcistiche di San Vito e Ca’ Trenta hanno anticipato i tempi e sono già fuse dal 2004, dando vita appunto al SanvitoCatrenta la cui prima squadra gioca a San Vito, si allena a Ca’ Trenta e le giovanili si spostano a Magrè, anche se la prossima realizzazione del campo sintetico a Ca’ Trenta, inserito nel piano delle opere scledense, potrebbe mettere d’accordo tutti. NOME E DESTINAZIONE. Riguardo al nome dell’eventuale nuovo ente comunale, difficilmente si chiamerà diversamente da Schio, anche se si possono avanzare mille ipotesi, da San Vito di Schio, a Schio di Leguzzano che possono solo far sorridere. Piuttosto si verrebbe a creare una città da oltre 43 mila abitanti, in grado di insidiare Bassano del Grappa come seconda più abitata della provincia, dopo il capoluogo. San Vito potrebbe essere aggregato al quartiere di Magré - Ca’ Trenta o più facilmente diventare quartiere a sé con un suo consiglio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

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