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Nell’area ex Lanerossi
stop agli ipermercati

Una veduta dell’area ex Lanerossi in zona industrialeDiscussione accesa l’altra sera in aula consiliare. S.D.C.
Una veduta dell’area ex Lanerossi in zona industrialeDiscussione accesa l’altra sera in aula consiliare. S.D.C.
Una veduta dell’area ex Lanerossi in zona industrialeDiscussione accesa l’altra sera in aula consiliare. S.D.C.
Una veduta dell’area ex Lanerossi in zona industrialeDiscussione accesa l’altra sera in aula consiliare. S.D.C.

La storia del possibile insediamento di un mega centro commerciale da 50 mila metri quadrati nell’area Lanerossi in zona industriale giunge al suo epilogo. Con un finale secco: lì non potranno più esistere complessi della grande distribuzione, ma al massimo strutture fino a 2500 metri quadrati di superficie a lotto. Una novità introdotta in Consiglio comunale attraverso una delibera approvata a maggioranza (contrari Pd e Tessiamo Schio; astenuti M5S, Lega, gruppo misto) con cui di fatto la zona industriale è stata estromessa dal perimetro del centro abitato e quindi in essa non potranno più sorgere le maxi aree commerciali che invece dovranno insediarsi solo nel centro e solo in punti degradati e da riqualificare.

L’azione rappresenta un adeguamento alla legge regionale 50/2012, dopo che a maggio gli uffici di Venezia avevano invitato i Comuni a rivedere i perimetri dei propri centri urbani considerandoli come «tessuto urbano consolidato, con esclusione delle zone produttive periferiche e delle zone prive di opere di urbanizzazione o di edificazione». Seguendo questo spirito, anche a Schio si è deciso di riperimetrare, escludendo la zona industriale.

La questione è che le grandi strutture di vendita, sempre secondo la legge 50/2012, sono consentite solo all'interno del centro urbano, con il duplice obiettivo di favorire la rivitalizzazione dei cuori cittadini e di limitare l'ulteriore consumo di suolo. Quindi, in soldoni, sfuma il piano urbanistico relativo al comparto ex Lanerossi a suo tempo presentato dalla società proprietaria Immobili e Partecipazioni Srl, su cui il Comune era andato in autotutela ritirando la delibera che l'aveva approvato, spingendo però la società a fare ricorso al Tar.

«Con questo adeguamento – spiega l'assessore al commercio Anna Donà – non vogliamo favorire o penalizzare nessuno, seguiamo solo la legge regionale che pone una gerarchia di priorità imponendo di esaurire prima gli spazi degradati dei centri urbani, identificati nel piano degli interventi». Significa che un maxi centro commerciale da decine di migliaia di metri quadrati potrà esistere nell'ex Lanerossi solo quando saranno state sfruttate le zone più centrali da riqualificare, come ad esempio l'area della Fabbrica Alta, la Gregori a Magrè o ancora la zona della Caserma Cella. «Nel frattempo in zona industriale potranno esserci comunque strutture di vendita, ma al massimo di 2500 mq e solo sulle direttrici di via Veneto, via lago di Trasimeno, via lago di Garda e viale dell'Industria, quindi anche nell'ex Lanerossi».

Sull’operazione sono piovute critiche pesanti dai banchi del Pd che non ha gradito «la mancata condivisione a monte dei contenuti della delibera e tanto meno degli obiettivi relativi allo sviluppo commerciale cittadino. Si tratta di un'area importante per la città, ma a quanto pare non per questa amministrazione. Prima riusciamo, nel rispetto delle norme, a rimetterla in circolo e prima otterremo un vantaggio complessivo per la città. Così invece si va rallentando».

Silvia Dal Ceredo

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