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Mogli scomparse
«Quelle donne
meritano giustizia»

Gli scavi sul luogo del mistero sono durati due settimane. FOTO STELLA
Gli scavi sul luogo del mistero sono durati due settimane. FOTO STELLA
Gli scavi sul luogo del mistero sono durati due settimane. FOTO STELLA
Gli scavi sul luogo del mistero sono durati due settimane. FOTO STELLA

Non era necessario scavare il terreno nell’ex allevamento di maiali di via Villa di Sotto per far affiorare la storia che ha coinvolto Valerio Sperotto e la misteriosa scomparsa delle sue due mogli. Sia i coetanei dell’allevatore, morto sei anni fa, sia chi nasceva nell’anno della sparizione mai risolta della seconda consorte, Virginia Mihai, conoscono i fatti. Ne parlano e ne hanno sentito parlare. In questi giorni con più enfasi.

Gli scavi connessi alla possibile vendita della proprietà tra via Villa e via Frighi, dove sarebbe emersa la presenza di materiale proibito da rimuovere con urgenza per essere smaltito e, in seguito, il ritrovamento di ossa che ha fatto scattare la nuova indagine, hanno ottenuto un risultato. Mentre gli inquirenti coordinati dal pubblico ministero Hans Roderich Blattner hanno deciso di mandare in campo i super-esperti del Labanof, il Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università di Milano guidati da Dominic Salsarola per un estremo tentativo di fare luce su vicende vecchie di almeno 20 anni, è come se il fantasma di Sperotto fosse tornato a camminare per le strade di Velo.

Il paese è diviso. Non tanto tra chi punta il dito contro l’allevatore e chi lo difende, ma piuttosto tra chi è convinto che lui sia stato in qualche modo coinvolto nella scomparsa di Elena “Ivette” Zechinato nel 1988 e di Virginia Mihai nel 1999 e chi ritiene che la morte di Sperotto sia coincisa con la fine delle speranze di sapere qualcosa su quanto realmente accaduto. «Il cimitero è là in fondo – taglia corto seccato un uomo seduto al bar -. Cercate la tomba di Sperotto e chiedete a lui. Vediamo cosa risponde». Una signora sta infilando le chiavi nella toppa della porta di casa. Non vive distante dall’abitazione di Sperotto. «Ero amica sia di Ivette, sia di Virginia – racconta, chiedendo di mantenere l’anonimato -. So che stanno scavando, lo sanno tutti. Spero che sia la volta buona. Devono fare giustizia per quelle povere donne».

Non ha paura di parlare Giuliana Toniolo: «Tre settimane fa stavo facendo una passeggiata ed ho visto le reti rosse. Ho letto del sequestro. Poi ho visto che stavano scavando. È sempre rimasto un mistero quello che è successo, ci sono stati dei sospetti su di lui. Anche se non c’è più, sarebbe giusto venisse a galla la verità». Orlando Cabassa, quasi coetaneo di Sperotto, lo conosceva: «Ci incontravamo al campo di bocce, era un tipo strano, sanguigno. Solo negli ultimi anni, con la malattia, non sembrava più lui. Gli scavi nell’allevamento? Potrebbe esserci qualcosa. I maiali sono onnivori; quello che trovano, mangiano. Dopo la seconda sparizione, tutti i maiali sono stati venduti. Troppe coincidenze». Elena Casalini è nata nello stesso anno in cui è scomparsa Virginia: «Qui la storia la conosciamo tutti. Spero si arrivi ad una conclusione. Non so cosa sia successo, ma non credo che le due donne siano state date in pasto ai maiali».

Karl Zilliken

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