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Schio

Lite per un tubo
93enne muore
dopo pestaggio

Via dei Castellani, area residenziale. FOTO CISCATO
Via dei Castellani, area residenziale. FOTO CISCATO
Via dei Castellani, area residenziale. FOTO CISCATO
Via dei Castellani, area residenziale. FOTO CISCATO

Picchiata da due donne sul pianerottolo della palazzina in cui abita da una vita, muore dopo mesi di sofferenze e complicazioni.

Maria Cebba Strobbe, 93 anni (ma ne aveva ancora 92 al momento del ricovero), è spirata la settimana scorsa e ieri i suoi cari l’hanno salutata per l’ultima volta nella chiesa di San Giacomo. La salma è stata poi accompagnata al cimitero di Lugo, paese d’origine, dove riposerà.

L’ANTEFATTO. Maria, ancora in discrete condizioni di salute nonostante i comprensibili acciacchi legati all’età, era vedova e non aveva figli. Abitava dunque da sola nell’appartamento al primo piano di via dei Castellani, a due passi da piazza Almerico Da Schio, accudita da vari nipoti. Da un anno aveva però un cruccio: dal piano di sopra, abitato da una famiglia cinese proprietaria di un’attività artigianale in centro, proveniva un fastidioso fischio provocato dalle tubature dell’acqua. Maria l’aveva fatto presente ai cinesi e pure all’amministratore condominiale ma il fischio continuava ad infastidire. In ottobre salì al piano superiore, suonò il campanello, uscì la padrona di casa con un martello e, senza rivolgerle la parola, distrusse il campanello stesso.

L’AGGRESSIONE. La mattina del 27 novembre scorso, stanca di sentire il sibilo che la inquietava e non la faceva riposare, Maria prese un ombrello, usato come appoggio per salire le scale e con questo bussò alla porta.

Le aprì una donna orientale, mai identificata, che le strappò l’ombrello di mano, la buttò a terra, la trascinò dentro l’appartamento e cominciò a percuoterla, secondo quanto riferito dalla vittima ai carabinieri che la sentirono poco dopo: colpita a braccia, gambe e nel corpo. «Ci raccontò che tentò di rialzarsi - spiega il nipote Marco - aggrappandosi ad una rete metallica ma venne di nuovo colpita alle braccia e costretta a rimanere a terra».

A quel punto torna a casa l’inquilina intestataria dell’alloggio, Zhou Chunying, che si sarebbe aggregata alla conoscente nel menare fendenti all’anziana, particolare questo notato da una vicina attraverso lo spioncino e testimoniato poi ai militari del radiomobile. Maria veniva trascinata nel pianerottolo e lì lasciata dolorante e sanguinante. Furono i vicini a chiamare Suem e carabinieri. Maria fu subito trasportata in ospedale a Santorso dove venne ricoverata e curata da ferite e botte varie, più la lussazione di una spalla e la frattura dell’omero. Prognosi di 40 giorni stilata dai sanitari.

IL CALVARIO. Da allora Maria non si è più ripresa. Dopo la degenza ospedaliera è stata ospitata da una nipote e poi è ritornata per un breve periodo nella palazzina di via dei Castellani «ma le sono sempre rimasto accanto io», precisa il nipote Marco. Le sue condizioni di salute sono andate peggiorando fra flebiti e trombosi e di nuovo ricoverata a febbraio fino al tragico epilogo del 22 marzo.

I carabinieri della stazione di Schio, dopo aver sentito i testimoni, hanno denunciato Chunying per lesioni aggravate. Rimane ignoto il nome della prima orientale ad aver aggredito l’anziana e ad averla colpita con violenza. Ora nel fascicolo depositato in Procura potrebbe cambiare il capo d’imputazione in omicidio preterintenzionale o, più probabilmente, in morte come conseguenza di altro reato. I familiari, che ieri l’hanno accompagnata nell’ultimo viaggio, chiedono giustizia.

Mauro Sartori

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