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Le donazioni di sangue a quota 7 mila

Donazioni di sangue all’ex ospedale De Lellis, ora “Casa della salute”.  ARCHIVIOUn momento dell’assemblea Avis di sabato.  B.C.
Donazioni di sangue all’ex ospedale De Lellis, ora “Casa della salute”. ARCHIVIOUn momento dell’assemblea Avis di sabato. B.C.
Donazioni di sangue all’ex ospedale De Lellis, ora “Casa della salute”.  ARCHIVIOUn momento dell’assemblea Avis di sabato.  B.C.
Donazioni di sangue all’ex ospedale De Lellis, ora “Casa della salute”. ARCHIVIOUn momento dell’assemblea Avis di sabato. B.C.

Nel 2018 l’Avis Schio-Altovicentino ha sfiorato il traguardo delle 7 mila donazioni grazie alle quali è stata assicurata ancora una volta la quantità di sangue necessaria per garantire l’autosufficienza. Un gran bel risultato perché raggiunto in un periodo di riduzione di risorse economiche ed umane ed in netta controtendenza rispetto a tante altre realtà, anche provinciali, dove si lamentano sensibili cali di donazioni. «Merito della grande sensibilità dei nostri soci e dell’enorme mole di lavoro organizzativo e gestionale svolto dall’Avis - spiega il presidente Giulio Fabbri -. Ci preoccupa però la costante diminuzione della raccolta di sangue che si registra altrove dovuta, oltre che ai controlli sempre più rigorosi, soprattutto perché ci sono sempre meno donatori periodici. Per questo è necessario allargare la base associativa e convincere i nuovi soci che bisogna donare regolarmente». Nel 2018 le donazioni sono state complessivamente 6.974 (5.617 di sangue intero e 1.357 di plasma); 105 in più rispetto al 2017. L’Avis Schio-Altovicentino conta attualmente 3.883 donatori effettivi (1.305 compresi nella fascia d’età tra i 18 e i 35 anni), 12 in più rispetto all’anno precedente. In un momento di flessione generalizzato va considerato come un eccellente riscontro per l’associazione scledense. Nel 2018 i nuovi donatori, soprattutto giovani, sono stati 295 rispetto ai 362 dell’anno precedente (il 18 per cento in meno); a questi si devono aggiungere i 79 ex donatori che hanno ripreso a donare dopo due anni circa di “inattività”. Sabato i soci si sono riuniti in assemblea per approvare l’adeguamento alla normativa riguardante il Terzo settore; con l’adeguamento dello statuto l’Associazione Schio-Altovicentino ha preso la qualifica di Organizzazione del Volontariato e si è dotata di personalità giuridica. «Ora dobbiamo rivedere il nostro rapporto con i giovani – conclude Fabbri -. La loro presenza, soprattutto a livello decisionale, è piuttosto scarsa. Purtroppo il volontariato è invecchiato; i giovani rispondono con generosità ma si mostrano poco disponibili all’impegno costante che richiede il ruolo associativo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Bruno Cogo

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