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Schio

«Io disabile
umiliata
dalla burocrazia»

Maura Fontana mostra il suo tesserino da invalida, ma alla Regione non basta. DAL CEREDO
Maura Fontana mostra il suo tesserino da invalida, ma alla Regione non basta. DAL CEREDO
Maura Fontana mostra il suo tesserino da invalida, ma alla Regione non basta. DAL CEREDO
Maura Fontana mostra il suo tesserino da invalida, ma alla Regione non basta. DAL CEREDO

Possiede certificati, documenti e tesserini, oltre ad essere registrata negli archivi disabili di enti pubblici, Ulss e forze dell’ordine. Ma per il Servizio assistenza tassa automobilistica della Regione Veneto non basta e, per ottenere l’esonero dal pagamento del bollo auto, deve presentare ulteriori documenti e autocertificazioni comprovanti il suo stato.

L’ennesimo incubo burocratico per Maura Fontana, scledense di 57 anni, in carrozzella per un’infermità alle gambe e affetta da una patologia degenerativa diagnosticata nell’infanzia. «Si parla tanto di semplificazioni. La verità è che si fa di tutto» denuncia «per rendere la vita complicata a cittadini che complicata ce l’hanno già. Certificazioni, verifiche, contrassegni, accertamenti, documentazioni: sono alcuni dei tasselli della “burocrazia della disabilità”. Un vero e proprio calvario, per le persone disabili e per i loro familiari, un percorso a ostacoli tra uffici e sale d’attesa, studi medici e commissioni, per raggiungere un unico obiettivo: ottenere quel (poco) che ci spetta».

Un senso di indignazione e frustrazione scaturito dopo aver letto la comunicazione dell’ufficio regionale in cui era scritto che per ottenere l’esenzione del pagamento del bollo auto (che le spetta di diritto), doveva inviare una copia del decreto di esenzione rilasciato dall’Agenzia delle entrate e un’autocertificazione legale volta ad attestare l’autenticità del decreto stesso. Questo dopo che la donna aveva già provveduto ad inviare un report dettagliato, corredato di tutti i documenti, sulla sua disabilità.

«Al Servizio assistenza tassa automobilistica» aggiunge «non basta la mia documentazione ufficiale comprovante la mia disabilità, ma devo andare con tutto il mio plico di incartamenti a farmi rilasciare un ulteriore certificato dall’Agenzia delle entrate, che comprovi la mia documentazione, che a sua volta comprova la mia disabilità, ed inviarlo al servizio regionale. E non basta. Devo anche produrre un’autocertificazione che attesti l’autenticità del certificato che l’Agenzia delle entrate mi ha rilasciato. Sono indignata da questa Italia idiota e burocrate».

Sembra quasi un gioco di parole, ma invece è l’intricato groviglio di passaggi burocratici, purtroppo inevitabili. La signora Fontana si scontra da anni con quella che definisce «burocrazia illogica», portando avanti accese battaglie. La più recente contro una multa di 73 euro (lievitata poi a 179 con mora) presa per aver passato un varco Ztl a Mestre, pur avendo esposto il contrassegno per disabili Cude. Dopo due ricorsi e una sentenza in suo favore del giudice di pace, la partita non è ancora finita poiché, per ottenere l’annullamento della sanzione, dovrà dimostrare al tribunale di Venezia di aver proceduto con il ricorso entro 30 giorni dal ricevimento della multa.

Silvia Dal Ceredo

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