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Il ritorno della Peugeot, 100 anni dopo

La Peugeot “Type 3” tornata a Schio dopo 100 anni. Fu la prima auto a circolare in Italia. ZILLIKENLa conferenza organizzata sabato pomeriggio. ZILLIKEN
La Peugeot “Type 3” tornata a Schio dopo 100 anni. Fu la prima auto a circolare in Italia. ZILLIKENLa conferenza organizzata sabato pomeriggio. ZILLIKEN
La Peugeot “Type 3” tornata a Schio dopo 100 anni. Fu la prima auto a circolare in Italia. ZILLIKENLa conferenza organizzata sabato pomeriggio. ZILLIKEN
La Peugeot “Type 3” tornata a Schio dopo 100 anni. Fu la prima auto a circolare in Italia. ZILLIKENLa conferenza organizzata sabato pomeriggio. ZILLIKEN

Karl Zilliken «Quando arriva la macchina? È già aperta la mostra?». Per le strade di Schio negli ultimi tre giorni si è diffusa una vera e propria “influenza francese”. I contagiati sono stati oltre 2 mila, ma non c'è alcun allarme sanitario: infatti, per la cura, gli scledensi si sono limitati a varcare le porte dello “Spazio_Shed” del Lanificio Conte per ammirare da vicino la Peugeot “Type 3” di Gaetano Rossi, la prima vettura che ha solcato le strade italiane. Dopo 100 anni, l'automobile datata 1893, è tornata a Schio. «Avremmo avuto gioco facile se ci fossimo rivolti solo agli appassionati – commenta Carlo Studlick dell'Historic club di Schio che si è occupato dell'organizzazione -. La cosa bella e sorprendente è che invece, in questi tre giorni, ho visto persone di tutti i tipi, anche bambini e signore veramente emozionate di poter ammirare da vicino la “Type 3”. E anche la partecipazione attiva del Comune e la vicinanza dimostra quanto la città sia partecipe dell'evento e della ricorrenza». Non si è trattato solo di un'esposizione, anche se la protagonista assoluta è stata la “Type 3”, adagiata su ghiaia anche a simulare una delle strade bianche dell'Alto Vicentino che, a suo tempo, ha solcato alla velocità massima di 18 chilometri l'ora. I tre giorni sono stati conditi da conferenze e ritrovi ed hanno coinvolto anche i bambini del comprensivo “Fusinato” ed in particolare quelli della scuola dell'infanzia “Alessandro Rossi”. I piccoli hanno avuto la possibilità di visionare in anteprima la Peugeot ed hanno creato alcuni disegni che sono stati esposti allo Shed: i visitatori hanno potuto esprimere la loro preferenza. Uno dei momenti più attesi è stata la conferenza organizzata sabato pomeriggio in cui gli ospiti d'onore sono stati Alvise Rossi, discendente diretto di Gaetano, suo pronipote, che ha tracciato un profilo del bisnonno ed il direttore del Museo dell'automobile di Torino, Rodolfo Gaffino Rossi, che ha raccontato la genesi della “sua” creatura fortemente voluta da Gianni Agnelli. Solo a questo evento hanno partecipato 250 persone arrivate da tutta la Provincia ed oltre. Sempre sabato, alle 18, il rombo del motore della “Type 3” è tornato a ruggire, dopo il lavoro di Alessandro Rossi, discendente del ramo lombardo della famiglia, che si è sporcato le mani per riassemblare la parte meccanica oltre a quella della livrea, tornata all'originale nero dopo anni di un rosso «fuori luogo». La prima auto italiana rappresenta un caso «forse unico al mondo», come spiegano gli esperti. Questo perché di tutta la transazione portata a termine di Gaetano Rossi c'è traccia sia sui registri Peugeot, sia (grazie alla meticolosità della famiglia Rossi) con la ricevuta originale. Il tutto per un conto complessivo che equivaleva a 6 mila lire dell'epoca, quanto un operaio poteva guadagnare in undici anni di lavoro. Naturalmente, per poter condurre la “Type 3” fu anche necessario, per il Ministero che inviò un proprio ingegnere, emettere la prima patente di guida a Gaetano Rossi e la seconda, al suo autista. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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