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Ex Lanerossi, no alla nuova centralina

Le condizioni attuali degli stabilimenti del complesso Ex Lanerossi.  FOTO DONOVAN CISCATOL’interno di uno degli stabilimenti abbandonati
Le condizioni attuali degli stabilimenti del complesso Ex Lanerossi. FOTO DONOVAN CISCATOL’interno di uno degli stabilimenti abbandonati
Le condizioni attuali degli stabilimenti del complesso Ex Lanerossi.  FOTO DONOVAN CISCATOL’interno di uno degli stabilimenti abbandonati
Le condizioni attuali degli stabilimenti del complesso Ex Lanerossi. FOTO DONOVAN CISCATOL’interno di uno degli stabilimenti abbandonati

Presentato un progetto per riattivare la concessione idrica lungo la Roggia maestra in via Pasubio, nel complesso ex Lanerossi, vicino alla vecchia centralina Umberto I e a pochi metri dalla Fabbrica alta, ma Comune e associazioni dicono di no e si oppongono. Dal 18 febbraio scorso è depositato al Genio civile di Vicenza il documento presentato da Idroelettrica Prealpina srl di Santorso, specializzata nella realizzazione di centraline idroelettriche. Nei termini previsti l’amministrazione comunale ha presentato opposizione «perché collide in modo ampio e diffuso con i principi di tutela ambientale, con l’interesse pubblico e con alcuni importanti obiettivi comunali». Fra questi ci sarebbe l’intenzione di ripristinare la vecchia centralina a scopo didattico. L’altro giorno c’è stato un sopralluogo degli amministratori, accompagnati da rappresentanti delle associazioni, esponenti di Arpav, Regione, Provincia invitati alla “visita locale di istruttoria”. Ma il no della giunta era già stato deciso. «Il nostro progetto - spiega l’ingegner Riccardo Putin di Idroelettrica Prealpina - è privato ma non impedisce l’uso didattico dell’area, anzi. Presteremo la massima attenzione alla tutela della parte storica e al contempo garantiremo la produzione di energia pulita che, tramite Enel, servirà dalle 100 alle 200 famiglie della zona. E allo stesso tempo interverremmo in un’area che necessita di cure ed è ora abbandonata, una selva che è ricettacolo di sbandati».In effetti le erbacce sono alte e lo stato degli immobili e degli spazi è fatiscente. «A fine ’800 lì si produceva energia - rammenta Putin. - Noi vogliamo riprendere quell’attività, tale e quale come allora. Nel 2009 ci offrimmo già per intervenire ma ci risposero che ci stavano pensando» La proprietà dell’area, Fabbrica alta compresa, doveva passare al Comune con l’attuazione del piano urbanistico privato che però non è mai decollato. Quindi resta in mano ad Aree urbane, che gestisce il patrimonio immobiliare Marzotto. Il no comunale alla centralina, che deriverebbe anche dalla necessità di procedere ad una bonifica di eventuali materiali inquinanti, non è vincolante ma avrà il suo peso. La decisione finale spetterà alla Regione. «Se ci autorizzano la concessione - conclude Putin - cominciamo noi a riqualificare l’area a beneficio non solo di chi otterrà energia pulita ma anche della collettività». Sulla questione i 5 Stelle hanno presentato una domanda di attualità. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

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