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Cantiere sui rifiuti «Avanti con i lavori Non ci sono rischi»

I rifiuti emersi dal terreno durante gli scavi per la realizzazione della strada Pedemontana Veneta
I rifiuti emersi dal terreno durante gli scavi per la realizzazione della strada Pedemontana Veneta
I rifiuti emersi dal terreno durante gli scavi per la realizzazione della strada Pedemontana Veneta
I rifiuti emersi dal terreno durante gli scavi per la realizzazione della strada Pedemontana Veneta

Solo un brutto vedere. Per il resto tutto ok: nessuna evidenza di contaminazione della falda e opere strutturali eseguite a regola d’arte. Questa l’estrema sintesi delle risposte fornite da Elisabetta Pellegrini, direttore Struttura di Progetto della Superstrada Pedemontana Veneta, Paolo Campaci, direttore bonifiche ambientali della Regione e Luigi Cordaro, responsabile cantiere lotto 1 della Spv, lunedì in consiglio comunale a Montecchio, all’interrogazione della consigliera del M5S Sonia Perenzoni sui lavori in corso su un’ex discarica privata, all’altezza di località Molinetto, per la Spv. L’INTERPELLANZA. «L’opera deve essere interrotta e devono essere approfondite le analisi sui rifiuti - aveva osservato la consigliera pentastellata, come già nel 2015 - e se tutto è stato fatto a regola d’arte. Chi ha autorizzato, inoltre, l’installazione dei pali di contenimento, che stabilità possono avere i plinti di cemento sui rifiuti e quale Amministrazione paga per avere un muro fatto di cemento e rifiuti?». VIA LIBERA E PILONI. «L’ex discarica era evidenziata, ma scavando sono stati rinvenuti rifiuti che sbordavano da quelli in cartografia. Dopo le dovute verifiche da parte dell’Arpav seguite ai primi ritrovamenti nel 2015, il proseguimento dell’installazione dei pali trivellati - ha dichiarato Pellegrini - è stato autorizzato dall’allora Commissario per la Pedemontana. Date le informazioni fornite dall’Arpav, si esclude la necessità di rimuovere i rifiuti». Cordaro ha specificato che «la tecnica usata per l’infissione dei pali non è il jet-grouting”, come ipotizzato da Perenzoni, bensì «quella la “Cfa”: viene utilizzata una trivella che arriva fino a 13 metri e l’iniezione del calcestruzzo avviene durante la risalita evitando così che i rifiuti si mescolino col calcestruzzo». «Spv sta comunque procedendo alla rimozione dei rifiuti che interferiscono con il cantiere per una questione di staticità, di portanza e di messa in sicurezza dell’opera». FALDA. Campaci ha spiegato che l’ex discarica in questione «è antecedente alla normativa sulle discariche controllate del 1982 e che secondo le norme attuali vige il principio che chi inquina, paga. Non spetta quindi al costruttore rimuovere i rifiuti, bensì al responsabile del conferimento. L’Arpav, che ha svolto gli ultimi campionamenti nell’acqua di falda a valle della discarica nel dicembre 2017, ha rilevato livelli di ammoniaca, il principale tracciante che si ricerca, e di altri inquinanti, ben al di sotto dei limiti di legge e ha quindi escluso la necessità di bonificare l’area dell’ex discarica, perché i rifiuti presenti sono ritenuti non pericolosi». LAVORI. Pellegrini ha spiegato che «il Comune non ha potere di inibizione per il blocco dei lavori nei confronti del concessionario Regione Veneto, se non pagando i danni, e che le spese per la rimozione dei rifiuti sono sostenute da una specifica voce di 7 milioni di euro già stimata. Non ci sono quindi altri costi per i contribuenti. Sino ad ora per la rimozione e il conferimento dei rifiuti per il primo lotto sono stati spesi 1.200.000 euro». Per la consigliera Perenzoni la questione rimane comunque aperta e ha annunciato l’intenzione di visionare le analisi effettuate. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgio Zordan

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