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Crespadoro

La “Scagina”
sarà messa
in sicurezza

Il canalone della Scagina in alta valle del Chiampo. FOTO M. PIEROPAN
Il canalone della Scagina in alta valle del Chiampo. FOTO M. PIEROPAN
Il canalone della Scagina in alta valle del Chiampo. FOTO M. PIEROPAN
Il canalone della Scagina in alta valle del Chiampo. FOTO M. PIEROPAN

Dopo la tragedia in cui ha perso la vita Marisa Cecchin, 51 anni, di Albettone, scivolata davanti agli occhi del marito sul sentiero della Scagina, nell’alta valle del Chiampo, rimane il grande dolore per una perdita così improvvisa e drammatica. Ma si pensa anche alla pericolosità di quel canalone, una gola del diavolo che negli ultimi vent’anni ha portato alla morte tre escursionisti.

AZIONI. Il primo cittadino di Crespadoro vuole ora mettere in campo delle azioni concrete per la sicurezza di alpinisti ed escursionisti sulle montagne presenti sul proprio territorio comunale. «La settimana prossima mi incontrerò con il direttivo del Cai di Arzignano per valutare tutti gli aspetti per prendere delle decisioni in merito al sentiero in questione - ha detto Emanuela Dal Cengio -. Poi ho intenzione di impegnarmi per realizzare una nuova piazzola di atterraggio per l’elisoccorso davanti al rifugio, l’attuale zona nell’area dell’ex cava è troppo scomoda. Infine, incontrerò anche i vertici di Veneto Agricoltura perché sarebbe utile ricavare un punto di primo soccorso nella casetta nei pressi del rifugio, con attrezzature minime, barelle, defibrillatore ecc., per potere stabilizzare gli infortunati fino all’arrivo del Suem».

LUOGO. Il canalone si trova ad appena dieci minuti di cammino dal rifugio Bertagnoli. Appena lasciata l’auto ci si incammina sul segnavia 221. Un dislivello di circa 250 metri conduce al passo della Scagina attraverso una serpentina tra boschi e rocce. L’incidente, dunque, è avvenuto a pochi passi dal parcheggio, dove ci sono alcuni tratti esposti in verticale, e un cordino d’acciaio è ancorato alle rocce per permettere il passaggio in sicurezza.

SOCCORSI. «In queste ore difficili porgo le più sentite condoglianze e la vicinanza al marito e ai famigliari della donna deceduta sabato, Marisa Cecchin – ha commentato il sindaco Dal Cengio, subito giunta sul posto della tragedia -. Un ringraziamento va ai soccorritori che hanno tentato fino all’ultimo di salvare la donna scivolata nel vajo roccioso per 60 metri, e al gestore del rifugio Alessandro Giambellini che si è calato nel burrone e si è prodigato nei soccorsi con disponibilità e competenza, rimanendo vicino alla donna fino alla fine, in attesa dell’equipe sanitaria».

PRECEDENTI. In questo punto sono cadute altre persone. Qualche anno fa un cittadino di Campodalbero, che riuscì miracolosamente a salvare la figlia piccola sacrificando però la propria vita. Salvo per miracolo invece il parroco don Mariano Ciesa, anche lui scivolato in questo punto nel 2011 durante un pellegrinaggio verso Madonna della Corona. Poi è stata la volta di un esercente di Arzignano, morto nel 2014. Ora è toccato a Marisa Cecchin.

Il precedente più noto, nel 1951, è la morte di Bepi Bertagnoli, più in quota, travolto da un valanga. Pochi anni dopo nasceva il rifugio a lui intitolato e la celeberrima “Signore delle cime” composta da Bepi De Marzi in sua memoria.

Matteo Pieropan

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