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«Quella casa poteva saltare in aria»

I vigili del fuoco intervenuti nell’ex laboratorio orafo andato a fuoco a Cavazzale. COLORFOTO
I vigili del fuoco intervenuti nell’ex laboratorio orafo andato a fuoco a Cavazzale. COLORFOTO
I vigili del fuoco intervenuti nell’ex laboratorio orafo andato a fuoco a Cavazzale. COLORFOTO
I vigili del fuoco intervenuti nell’ex laboratorio orafo andato a fuoco a Cavazzale. COLORFOTO

Venti bombole di gas, alcune vuote alcune piene per metà ma tutte, potenzialmente, in grado di provocare una strage. Bombole che, abbandonate dietro al vecchio edificio artigianale adibito a bifamiliare, sono anche il simbolo delle condizioni del nucleo nigeriano di “invisibili” salvatosi miracolosamente, assieme ai connazionali regolari, dall'incendio divampato in via Chiesa a Cavazzale martedì pomeriggio.

Poteva trasformarsi in tragedia il rogo che intorno alle 16.30 ha distrutto l'ex oreficeria al civico 26, causando l'intossicazione da fumo di quattro bambini, tra cui una neonata di 2 mesi.

Se per i piccoli il peggio è passato e anche l'ultimogenita è stata dimessa ieri mattina dall'ospedale, dove in via precauzionale aveva trascorso la notte, per i genitori che si erano trasferiti al piano terra ospiti di Okey Ogaraku, diacono della Christian Faith Ministry, si profila una denuncia penale per deposito abusivo di bombole, che sarà formalizzata dai vigili del fuoco. Sono stati proprio i pompieri a scoprire, al termine delle operazioni di spegnimento del fuoco, dopo aver tratto in salvo i quattro minori e due adulti, l'ammassamento di contenitori sul retro dell'edificio.

«Il limite consentito per legge per il gas in casa è di 75 chili, lì c'erano venti bombole, che ne contengono ognuna 15 o 25 chili, a seconda del tipo”, spiega il sindaco di Monticello Conte Otto Claudio Benincà.

Fatti due calcoli, 300 o forse 500 chili di gas in parte già utilizzato, in una vera polveriera a cielo aperto. Un rinvenimento che ha squarciato il velo sull'ex laboratorio orafo, dove da qualche anno abita la famiglia Ogaraku, che vi ha insediato anche una sezione della chiesa protestante ma dove, al piano terra, quello da cui sono scaturite le fiamme, da un tempo imprecisato risiede abusivamente l'altro nucleo familiare nigeriano.

Padre, madre e due bimbi piccoli che per l'anagrafe non esistono, come ha confermato il primo cittadino.

Nella casa- fortezza blindata da grate d'acciaio che i vigili del fuoco hanno dovuto tagliare per estrarre le persone imprigionate all'interno, i carabinieri della tenenza di Dueville hanno trovato materassi a terra, una cucina di fortuna e una stufetta catalitica.

Dall'angolo cottura, probabilmente per un guasto o una distrazione, si sarebbe sprigionata la fiammata che in pochi minuti ha avvolto il piano terra, facendo imprudentemente fuggire di sopra il padre e i due bambini.

Lì si trovava la moglie del diacono dell'organizzazione cristiana con i due figlioletti, tra cui la neonata, gettata attraverso le sbarre metalliche ai vicini di casa accorsi per portare aiuto. Salvi ma senza una casa, gli 8 africani sono sono stati ospitati da amici in attesa della ristrutturazione dei locali.

Giulia Armeni

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