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Migranti a Perarolo «Esperienza chiusa»

Il centro di accoglienza all’ex locanda Gambin a Perarolo
Il centro di accoglienza all’ex locanda Gambin a Perarolo
Il centro di accoglienza all’ex locanda Gambin a Perarolo
Il centro di accoglienza all’ex locanda Gambin a Perarolo

Da un paio di giorni il centro di accoglienza migranti a Perarolo di Arcugnano è ufficialmente chiuso. Anche gli ultimi 16 profughi rimasti hanno lasciato l’ex locanda Gambin, gestita dalla società “Insieme” di Chioggia e affidata alla cooperativa “Con Te”. L’assessore alla sicurezza Gino Bedin lo aveva ribadito qualche mese fa in consiglio comunale rispondendo ad un’interrogazione, «il nostro obiettivo è chiudere il centro di accoglienza», e quindi per l’Amministrazione comunale obiettivo centrato. «Siamo più che soddisfatti. Ci abbiamo lavorato due anni – spiega l’assessore Bedin – e finalmente grazie alla collaborazione della Prefettura e della cooperativa ‘Con Te’ ci siamo riusciti. Dal picco di 53 presenze di qualche tempo fa, il numero dei migranti presenti si era via via ridotto fino alla trentina la scorsa estate. Una decina di questi poi si sono resi irreperibili e quindi il numero è continuato a diminuire, fino ad arrivare a 16 nell’ultimo periodo. Altri infatti si sono trasferiti in diverse strutture e due di loro hanno ottenuto dallo Stato il riconoscimento di profugo. Rimaste così poche persone però per la cooperativa i costi della struttura e degli operatori impegnati non erano più sostenibili». Così si è cercata una diversa soluzione. «Ci siamo confrontati con la Prefettura e la cooperativa. Alla fine si è deciso di trasferirli in altri appartamenti e spazi già gestiti dalla onlus, per la maggior parte a Vicenza. Noi fin dall'inizio eravamo coscienti che quella struttura non fosse adatta ad ospitare i migranti, e non solo per motivi logistici. Perarolo è una piccola frazione e una cinquantina di profughi avevano avuto un impatto importante. Anche se grazie alla cooperativa non ci sono mai stati problemi. Però nonostante il lavoro con le associazioni e il volontariato l’integrazione è stata difficile. Tra l’altro al mattino scendevano in città. Perarolo è una zona tranquilla, ma non c’è molto e quindi spesso erano lì fuori dal centro di accoglienza, che è di fronte alla chiesa - conclude Bedin - per l’Amministrazione hanno lavorato alla pulizia del verde e delle strade, ma nell’ultimo anno la loro disponibilità si era ridotta». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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