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Accordo sulla Zanella
«Nuova vita per la ditta»

La sede della Zanella a Caldogno. I suoi Jeans Ufo fecero storiaGiuseppe Zanella
La sede della Zanella a Caldogno. I suoi Jeans Ufo fecero storiaGiuseppe Zanella
La sede della Zanella a Caldogno. I suoi Jeans Ufo fecero storiaGiuseppe Zanella
La sede della Zanella a Caldogno. I suoi Jeans Ufo fecero storiaGiuseppe Zanella

Una nuova vita per lo stabilimento ma anche, soprattutto, per il pantalone Zanella e per ciò che quel nome e quel prodotto rappresentano, in Italia e nel mondo.

A pochi giorni dall'acquisizione del brand di alta sartoria da parte del gruppo Tramarossa di Sarcedo, ad accogliere positivamente l'operazione e gli scenari che prefigura c'è sicuramente il fondatore del pantalone che si vendeva a rovescio, tanto era curato e rifinito, Giuseppe Zanella.

«È una buona, un'ottima notizia. Così si assicura la continuità e il nome Zanella resta. Potrebbe esserci ancora speranza per il nostro pantalone», l'auspicio dell'imprenditore.

L'ideatore, assieme al fratello Bernardo, della linea maschile modellata sulla fisicità del giocatore di basket americano seguiva da mesi, pur da esterno, l'evolversi della situazione aziendale dopo che la fabbrica di via Leopardi a Caldogno aveva chiuso, nel periodo di Natale.

Senza lavoro erano rimasti in 95, molti dei quali in ditta da decenni e assunti dallo stesso Zanella, al timone della società dagli anni Cinquanta fino al 1992.

«Una trentina di persone riprenderanno a lavorare da settembre e questo è un bene, non so poi quali saranno le scelte dei nuovi titolari, cui sarò ben lieto di dare consigli e suggerimenti, se potrò».

Secondo il fondatore del gruppo che negli anni d'oro produceva qualcosa come duemila capi al giorno e dava lavoro a 700 persone, il marchio Zanella è ancora molto forte, sinonimo di qualità, eleganza e made in Italy in particolare negli Stati Uniti.

Al mercato americano punta infatti la jeanseria di Sarcedo, per arrivare così a distribuire in modo globale come prevede del resto l'accordo siglato lunedì a Venezia alla presenza delle sigle sindacali Cgil e Cisl del tessile e dell'assessore regionale al lavoro Elena Donazzan.

Proprio il Governo veneto sosterrà, qualora necessario, la formazione, l'acquisizione di competenze e la riorganizzazione aziendale, come assicurato dalla stessa Donazzan.

«La proprietà resta Tengram, cui Tramarossa pagherà le royalties ma il brand è di nuovo in mano ad un'azienda italiana e ne siamo felici» conclude Zanella.

E se proprio il jeans, all'epoca il super cult Ufo con la bandierina a stelle e strisce, fu uno dei segmenti che più trainò lo stabilimento di Caldogno dalla fine degli anni Sessanta, il ritorno al denim con Tramarossa potrebbe davvero sancire un nuovo, fortunato inizio.

Plaude all'esito favorevole della trattativa anche il sindaco di Caldogno Nicola Ferronato, da qualche tempo in contatto con alcuni dipendenti poi richiamati in vista della ripresa dell'attività da settembre.

«Siamo molto contenti che il lavoro riprenda, parzialmente per ora ma in futuro potrebbero esserci nuove assunzioni. Positivo anche il ritorno dell'azienda ad un nome italiano, del nostro territorio».

Giulia Armeni

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