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«Vendiamo le ex Poste
anziché palazzo Pretorio per realizzare il teatro»

L’immobile di via Verci che un tempo ospitava la sede centrale delle Poste e  ora l’anagrafe  Le ex Poste potrebbero avere una base d’asta di 750 mila euro
L’immobile di via Verci che un tempo ospitava la sede centrale delle Poste e ora l’anagrafe Le ex Poste potrebbero avere una base d’asta di 750 mila euro
L’immobile di via Verci che un tempo ospitava la sede centrale delle Poste e  ora l’anagrafe  Le ex Poste potrebbero avere una base d’asta di 750 mila euro
L’immobile di via Verci che un tempo ospitava la sede centrale delle Poste e ora l’anagrafe Le ex Poste potrebbero avere una base d’asta di 750 mila euro

Se proprio bisogna fare cassa con le alienazioni, meglio partire dallo stabile di via Verci che ospita l’anagrafe, e occuparsi dei palazzi storici solo per riqualificarli. Il capogruppo di “Impegno per Bassano”, Roberto Marin, entra nel dibattito aperto nei giorni scorsi dall’assessore al patrimonio, Angelo Vernillo, con una proposta che spariglia le carte e mette sul piatto una nuova ipotesi.

«Sarebbe buona regola – commenta il consigliere di centrodestra – non privare il patrimonio comunale di beni che in futuro potrebbero sempre tornare utili. In ogni caso, se si decide di vendere, lo si deve fare a patto di rimettere in ordine la macchina amministrativa e tagliare effettivamente gli sprechi. Quando, poi, si dovessero in concreto mettere degli immobili sul mercato, allora è meglio partire da beni non vincolati, e comunque non di interesse storico».

In questo senso, il primo stabile candidato alla vendita, accanto all’ex scuola Bellavitis di via Leoncavallo e agli appartamenti del lascito Baccin di via Fasoli a San Vito (già nell’elenco delle alienazioni) è la sede dell’anagrafe in via Verci. Costruito all’inizio degli anni Sessanta, l’edificio ha ospitato a lungo le poste centrali di Bassano fino all’inaugurazione, all’alba degli anni ’90 dell’attuale sede in piazzetta Paolo VI, dirimpetto al Centro giovanile, dove le Poste si trovano tuttora.

Acquistato dal Comune, lo stabile è passato in breve ad ospitare uffici comunali: anagrafe e servizi sociali fino al 2004, solo anagrafe e uffici connessi, da una dozzina d’anni.

«È un immobile utile – prosegue Marin – ma non di particolare valore artistico e considerando che Palazzo Pretorio è vuoto e a causa dei vincoli cui è sottoposto, molto difficilmente collocabile sul mercato, si potrebbe trasferire lì l’anagrafe».

In questo modo, tra il municipio e la vicina piazzetta Guadagnin si realizzerebbe, secondo il capogruppo di “Impegno”, anche quella cittadella dei servizi della quale si parla da almeno due Amministrazioni. Resta da determinare il possibile valore di mercato delle ex Poste, tenendo conto che a un potenziale compratore, più dello stabile, ormai datato, potrebbero interessare in particolare la posizione e la cubatura. Una stima non è semplice, anche se i 750 mila euro dai quali partiva la base d’asta per il vicino essiccatoio Manardi sono una cifra credibile.

«L’importante – rileva ancora Marin – è non svendere. Ho già detto che le somme ricavate da operazioni straordinarie come la vendita di immobili, non dovrebbero servire per l’ordinaria amministrazione. In caso di vendita dell’anagrafe di via Verci si possono ipotizzare investimenti sulla rete energetica per abbattere le spese, o, allo stesso scopo, sull’edilizia pubblica. Anche l’ipotesi di una permuta per avere un teatro, come ha ipotizzato l’assessore Vernillo, ci vedrebbe favorevoli. È chiaro che per noi il teatro della città è l’Astra, sul quale la proprietà ha appena presentato un progetto di ristrutturazione che mi auguro sia preso nella dovuta considerazione dal governo cittadino».

Lorenzo Parolin

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