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Tutti i guadagni di Etra
restituiti ai Comuni
Il Bassanese non ci sta

La sede della multiutility Etra a Cittadella: la maggioranza padovana ha prevalso ancora sul Bassanese
La sede della multiutility Etra a Cittadella: la maggioranza padovana ha prevalso ancora sul Bassanese
La sede della multiutility Etra a Cittadella: la maggioranza padovana ha prevalso ancora sul Bassanese
La sede della multiutility Etra a Cittadella: la maggioranza padovana ha prevalso ancora sul Bassanese

Così vicini, così lontani. Sulle decisioni che riguardano Etra, mettere d’accordo i Comuni del Bassanese e quelli del Padovano si rivela ogni volta una vera e propria impresa. Anche in occasione del rinnovo delle cariche sociali, andato in scena nei giorni scorsi durante l’assemblea dei soci, si è scatenata la bagarre. Difficile pure trovare una mediazione sull’opportunità o meno di redistribuire tutti gli utili della società ai Comuni, come promesso dal presidente del consiglio di gestione Andrea Levorato. Al termine dei lavori, su entrambe le questioni l’hanno spuntata i Padovani, forti del loro strapotere sul piano dei numeri.

LE CARICHE. Alla fine della settimana scorsa è scaduto il mandato dei due organi che sovrintendono Etra, e cioè il consiglio di gestione, capitanato da Levorato e il consiglio di sorveglianza, presieduto dal sindaco di Mussolente Cristiano Montagner. I sindaci bassanesi avevano chiesto di rimandare la scadenza o al 31 ottobre o al 31 dicembre, in modo da sfruttare questo periodo per chiarire se sia più opportuno continuare ad operare con il sistema duale (consiglio di sorveglianza e consiglio di gestione) od optare per un impianto tradizionale, con a capo di Etra un unico consiglio di amministrazione. Allo stesso tempo, non escludevano che in questo periodo emergessero nuove figure in grado di giocarsela alla pari per le cariche più importanti. Durante l’assemblea, però, i sindaci del Bassanese sono andati in minoranza. Alla fine hanno deciso comunque di allinearsi ai colleghi padovani e si è quindi proceduto a un rinnovo temporaneo degli attuali due organi. In realtà, il rinnovo ora scadrà il 30 giugno 2018. Difficile che in un solo anno Etra riesca ad accelerare su questioni fondamentali per il suo futuro, in primis le aggregazioni di cui si parla da tempo.

IL CASO UTILI. «Gli 8 milioni di euro di utile sono nella piena disponibilità dei soci che potranno deciderne la destinazione». Con questa promessa, pronunciata alla presentazione del bilancio 2016, il presidente Andrea Levorato contava di placare anche i sindaci più ostili alla società. Le sorprese, però, non finiscono mai, per cui durante l’assemblea dei soci tra i sindaci bassanesi è cominciata a farsi strada una linea diversa, che privilegiava il mantenimento degli utili nelle disponibilità di Etra, affinché la società potesse utilizzarli per potenziare i suoi servizi. In particolare, Romano e Cassola hanno provato a sostenere questa posizione, sostenute da altri colleghi di area. Pure in questo caso, però, la strada è stata sbarrata dai padovani, che hanno fatto fronte comune e votato per la ridistribuzione totale degli utili ai soci.

«Ci sono divergenze più a livello territoriale che politico - sottolinea il sindaco di Cassola Aldo Maroso - con i padovani che fanno squadra assieme, anche se appartengono a partiti diversi, e forti dei numeri riescono a far passare le loro istanze. In merito alla distribuzione degli utili, io ero contrario, perché non ritengo sensato ridare ai Comuni gli stessi soldi che sono stati presi ai cittadini attraverso le tariffe dei rifiuti. Avrebbe più senso utilizzare questi fondi per diminuire le tariffe stesse e per programmare investimenti sulla rete idrica».

Enrico Saretta

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