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Tutti gli alunni a salutare Monica

La bara di Monica Fiorese all’ingresso della chiesa di San Giuseppe di Cassola. CECCON
La bara di Monica Fiorese all’ingresso della chiesa di San Giuseppe di Cassola. CECCON
La bara di Monica Fiorese all’ingresso della chiesa di San Giuseppe di Cassola. CECCON
La bara di Monica Fiorese all’ingresso della chiesa di San Giuseppe di Cassola. CECCON

Francesca Cavedagna Il suono delle campane funebri, nella chiesa di San Giuseppe, ha abbracciato oltre mille persone. Ieri mattina, nella frazione di Cassola, non mancava nessuno al funerale di Monica Fiorese, la mamma di 41 anni deceduta mercoledì per le complicazioni di una banale influenza. Ad accogliere il feretro c’erano tutti i bimbi che la donna teneva a catechismo. Per la loro “maestra” di fede avevano preparato un biglietto, con dentro tutto l’amore e i ringraziamenti per i tanti insegnamenti di questi anni. La bara in legno chiaro è stata accompagnata dal marito Alessandro, dai due figli Sara e Filippo, dai genitori e dai cognati. Proprio questi ultimi si sono assunti il difficile compito di ricordare Monica dopo la toccante omelia del parroco. Dall’altare il cognato Davide ha ricordato la voce di tutte le persone che anche solo con un messaggio hanno voluto ribadire il loro affetto per l’insegnante, ma anche «la figlia, sorellina, zia insostituibile, sempre pronta a garantire disponibilità, divertimento e pazienza. Poi l’amica che non negava mai un piacere». Monica, e la sua prematura scomparsa, hanno aiutato molte delle persone che le vogliono bene ad avvicinarsi a quel credo cristiano, che lei diffondeva tanto: «Hai fatto miracoli, c’è chi ti ha promesso di partecipare alla messa, c’è chi in tasca ha il rosario, chi ha parlato dopo mesi di silenzio, e ci siamo noi - non tutti gran credenti - che in questi giorni abbiamo cercato di trovare un senso a una cosa che non ce l’ha, pregando tanto, con il cuore, nostra Madre Celeste, come avresti voluto tu». Poi la dura battaglia contro il male fulmineo, il tremendo seppur rassicurante rumore dei macchinari che per quasi 30 ore hanno tenuto in vita la paziente «e quel silenzio inesorabile, adesso che non sono più necessari. Ci hai lasciato un messaggio di speranza, l’amarezza adesso è diventata amore. Ti abbiamo voluto bene sempre e sempre te ne vorremo». Al termine della cerimonia il cielo di San Giuseppe si è colorato di decine di palloncini lanciati in aria, con colori diversi, dai famigliari. Poi la sepoltura nel cimitero di Angarano: la tomba dopo poche ore era già sommersa dai fiori. •

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