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«Tutelare i ragazzi»
Il Brocchi si divide
sul professore “audace“

Tommaso MericiIl preside Gianni ZenStudentesse del liceo Brocchi in una foto d’archivio
Tommaso MericiIl preside Gianni ZenStudentesse del liceo Brocchi in una foto d’archivio
Tommaso MericiIl preside Gianni ZenStudentesse del liceo Brocchi in una foto d’archivio
Tommaso MericiIl preside Gianni ZenStudentesse del liceo Brocchi in una foto d’archivio

Il Brocchi si divide sulla vicenda del professore sotto accusa per le frasi spinte rivolte alle studentesse, rivelata ieri dal Giornale di Vicenza. Dopo le denunce di alcuni genitori, nei confronti dell’insegnante è stato avviato un procedimento disciplinare con una lettera di contestazione alla quale dovrà replicare con le proprie controdeduzioni. La prossima settimana il dirigente scolastico valuterà come procedere nei suoi confronti. A fronte di un biasimo diffuso per il comportamento del docente, ci sono colleghi che lo difendono e lo considerano, al massimo, un ingenuo con la mano un po’ pesante negli scherzi.

I VERTICI. “In classe non basta essere inappuntabili – precisa il preside, Gianni Zen -, bisogna anche apparire tali. Il compito di noi adulti è fare subito chiarezza quando si sentono voci di comportamenti non consoni al ruolo. Questo, a tutela dei ragazzi e della loro formazione”. Di più Zen non dice, preferendo attendere che l’insegnante presenti le proprie difese. “In questo procedimento – chiude – svolgo il ruolo di giudice e pubblico ministero. Non voglio pronunciare sentenze prima del tempo. Rinnovo l’invito al professore a presentarsi in ufficio o a mandarmi una risposta scritta, poi trarrò le mie conclusioni”. Conclusioni che potrebbero tradursi in una sospensione che il preside assicura di non avere ancora deciso.

“Il lavoro dell’ insegnante – riprende il presidente del consiglio d’istituto, già preside a Castelfranco, Franco Rebellato – richiede attenzioni che ad altre figure professionali non si domandano. Un docente insegna anche con il comportamento, e in una scuola come un liceo, che prepara la futura classe dirigente, le aspettative sono alte. Condivido la decisione del preside di fare subito chiarezza”. Chiarezza richiesta anche in relazione ad alcuni precedenti del docente, sanzionato in passato per problemi disciplinari.

I COLLEGHI “PRO”. Tra i professori c’è anche chi lo difende. Per un gruppetto di insegnanti che chiedono l’anonimato, si tratterebbe solo di un adulto privo di qualche senso della misura, e non un campione di raffinatezza, ma non certo morboso. Un personaggio a suo modo noto nell’ambiente scolastico, capace di apostrofare indifferentemente ragazzi e adulti con frasi non proprio adatte a un contesto educativo, ma non spinto da cattive intenzioni. “Lui è fatto così – hanno ripetuto ieri i colleghi -, queste sue attitudini gli hanno già creato difficoltà ma si tratta solo di una persona che spesso non riesce a fermarsi”.

IL RAPPRESENTANTE DEGLI STUDENTI. Per Tommaso Merici, rappresentante d’istituto, la propensione del professore a scherzare in modo grossolano è ben nota. Ma non toglie la necessità di rispettare sempre le regole. “La scuola, oggi, - rileva lo studente – deve soprattutto educare. Limitarsi a istruire non basta più. Per questo, tutti dovremmo ricavare una lezione da questo episodio e ragionare sull'insieme di diritti e doveri che si legano all'ambiente scolastico”. Per quanto riguarda l’impatto sulle studentesse dei complimenti spinti che si sono sentite ricevere, Merici suggerisce di tenere sempre in considerazione sensibilità dei destinatari. “La stessa frase può essere innocua per alcuni – dice – e molto pesante per altri. Un po’ di attenzione non farebbe male. Alcune mie amiche hanno avuto degli scambi di battute con il professore in questione e hanno riso, però posso pensare che altre ragazze ci siano rimaste male”.

GLI ALTRI ALUNNI. Per il 18enne Riccardo De Martino serve rispetto anche per la storia del liceo Brocchi. “Agli insegnanti del nostro liceo – commenta – chiediamo di avere una marcia in più, per questo ciò che potrebbe essere tollerato altrove, da noi non può essere giustificato. La stragrande maggioranza dei docenti è di alta qualità, c’è qualcuno che si prende delle libertà, ma mi auguro che questo episodio faccia riflettere tutti”.

Per i minorenni Chiara e Andrea (i nomi sono di fantasia) vale la regola “attenti con le parole”: “Un conto è lo scherzo tra coetanei – chiudono – un altro la battuta rivolta a una persona di età molto diversa dalla propria. Ai nostri docenti non chiediamo di essere i migliori amici, ma persone adulte in grado di guidarci. Possiamo pensare che il professore volesse solo scherzare, ma un po’ di delicatezza non guasta mai”.

Lorenzo Parolin

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