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«Sono molto pentito» Dal Santo resta in cella per la gravità dei fatti

La scena del terribile incidente di venerdì pomeriggio a MarosticaPietro Dal Santo, 58 anni, ritratto in una foto postata in  FacebookIl furgone dell’imprenditore schiantatosi sul muretto dopo aver travolto il bimbo e la mamma CECCON
La scena del terribile incidente di venerdì pomeriggio a MarosticaPietro Dal Santo, 58 anni, ritratto in una foto postata in FacebookIl furgone dell’imprenditore schiantatosi sul muretto dopo aver travolto il bimbo e la mamma CECCON
La scena del terribile incidente di venerdì pomeriggio a MarosticaPietro Dal Santo, 58 anni, ritratto in una foto postata in  FacebookIl furgone dell’imprenditore schiantatosi sul muretto dopo aver travolto il bimbo e la mamma CECCON
La scena del terribile incidente di venerdì pomeriggio a MarosticaPietro Dal Santo, 58 anni, ritratto in una foto postata in FacebookIl furgone dell’imprenditore schiantatosi sul muretto dopo aver travolto il bimbo e la mamma CECCON

Davanti al giudice per le indagini preliminari, Massimo Gerace, che ieri mattina è andato a interrogarlo in carcere, Pietro Dal Santo ha deciso di non parlare. L’impresario edile thienese di 58 anni, arrestato venerdì pomeriggio dopo che ubriaco era fuggito a un controllo dei carabinieri, a Marostica, provocando il terribile incidente stradale in cui è rimasto ferito in maniera gravissima un bambino di 14 mesi, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il gip, oltre ad avere convalidato l’arresto, ha anche disposto che Dal Santo resti in carcere. Così come aveva chiesto il pubblico ministero Barbara De Munari. A pesare sulla decisione del giudice è stata soprattutto la gravità dei fatti contestati all’impresario edile, accusato di lesioni personali gravissime, guida in stato di ebbrezza, resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di sottoporsi all’alcol test. Esame che aveva poi confermato che Dal Santo, venerdì pomeriggio, si era messo alla guida del suo furgone con un tasso alcolemico tre volte superiore al limite fissato dalla legge. Ma se davanti al giudice aveva preferito non spiaccicare parola, il 58enne, poco prima di sedersi davanti al gip aveva brevemente parlato con il suo legale, l’avvocato Luca Milano. «Mi dispiace. Mi dispiace per tutto quello che ho combinato. Per quello che ho fatto a quel bambino. Chiedo perdono», ha ripetuto Dal Santo. Che si è reso conto della gravità dell’episodio dopo avere visto i servizi che le tivù stanno dedicando al drammatico incidente di Marostica in questi giorni e dopo avere letto gli articoli pubblicati dai giornali. Viste le aggravanti che gli vengono contestate, il piccolo imprenditore edile rischia una condanna fino a sei anni di reclusione. Intanto le condizioni del bimbo, travolto dal furgone di cui Dal Santo aveva perso il controllo nel tentativo di fuggire dalla polizia locale, rimangono gravissime. Al bimbo, che rimane ricoverato in gravi condizioni nel reparto di Pediatria all’ospedale di Padova, oltre all’amputazione di un piede, era stato riscontrato anche un forte trauma cranico. La mamma, pure lei rimasta ferita nell’incidente, si è fatta portare dal san bassiano all’ospedale di Padova, dove era stata accompagnata con alcune fratture agli arti, proprio per stare vicina al piccolo assieme al marito. •

Matteo Bernardini

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