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«Progetto Ponte,
dalla Vardanega
solo sciocchezze»

Il professor Claudio Modena, progettista del restauro del ponteIl Ponte degli Alpini come si presenta in questi giorni, dopo la rimozione dei coppi ad opera della Vardanega FOTO CECCON
Il professor Claudio Modena, progettista del restauro del ponteIl Ponte degli Alpini come si presenta in questi giorni, dopo la rimozione dei coppi ad opera della Vardanega FOTO CECCON
Il professor Claudio Modena, progettista del restauro del ponteIl Ponte degli Alpini come si presenta in questi giorni, dopo la rimozione dei coppi ad opera della Vardanega FOTO CECCON
Il professor Claudio Modena, progettista del restauro del ponteIl Ponte degli Alpini come si presenta in questi giorni, dopo la rimozione dei coppi ad opera della Vardanega FOTO CECCON

«Il mio progetto sarebbe sbagliato? Sono solo sciocchezze». Il professor Claudio Modena respinge al mittente le accuse al suo progetto di restauro del Ponte degli Alpini. Il fatto che la Nico Vardanega Costruzioni abbia provato a “demolirlo” pezzo per pezzo non lo scalfisce minimamente. «Le rimostranze di Vardanega, indicate nella relazione spedita al Comune, non hanno alcuna ragione di esistere - replica Modena -. L’Amministrazione mi ha fatto vedere quel documento, ma dopo averlo analizzato ho capito che si tratta solamente di accuse totalmente pretestuose. Certo, il Ponte degli Alpini è messo male, ma questa non è una novità».

Una delle contestazioni principali della Vardanega al progetto Modena riguarda il cosiddetto ponte Bailey, la struttura destinata a ingabbiare il ponte. Per i tecnici dell’azienda di Possagno, nello stato attuale il ponte non sarebbe in grado di sostenere il peso di questo sistema di impalcature d’acciaio e crollerebbe. Un’accusa, quest’ultima, pesantissima, che renderebbe praticamente carta straccia il progetto presentato da uno dei docenti di spicco dell’università di Padova, che vanta un curriculum di prim’ordine. Modena, 71 anni, insegna da più quarant’anni Tecnica delle costruzioni alla facoltà di ingegneria di Padova e ha all’attivo più di 500 pubblicazioni. Non gli va quindi di essere trattato come uno sprovveduto.

«Il fatto stesso che l’azienda definisca “ponte Bailey” il sistema metallico previsto ci dà la misura della loro competenza in merito ai termini tecnici - prosegue Modena -. I ponti Bailey, infatti, sono strutture a se stanti, che venivano utilizzate in particolare per scopi militari. In questo caso, invece, si tratta semplicemente di una passerella metallica, che consentirà di sostenere il Ponte degli Alpini dall’alto. Nient’altro».

La passerella è stata pensata in modo da permettere un accesso di pedoni di volta in volta limitato, così da non sovraccaricare eccessivamente il monumento.

«Le accuse di Vardanega sono infondate - chiude il professore - e il progetto è stato studiato nel modo più accurato. Certo, che il ponte non sia messo bene è un dato di fatto. Ma questa è una situazione che si conosce da due anni: di sicuro non è la Vardanega a scoprirla».

La diatriba tra Amministrazione e Vardanega è seguita da vicino dall’ingegnere Dario Foppoli, dello studio Foppoli e Moretta Associati di Sondrio, responsabile del cantiere del ponte. L’esperto, però, preferisce non sbilanciarsi. «Al momento siamo nella fase di contraddittorio tra Comune e azienda sul progetto - chiude Foppoli -. L’ente pubblico sta facendo le sue valutazioni e presto arriverà a delle conclusioni. Prima di esprimermi attendo quindi che il Comune si esponga per primo, anche perché il mio compito è soprattutto quello di garantire la sicurezza durante i lavori, come già fatto durante le operazioni di rimozione dei coppi dal soffitto».

Enrico Saretta

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