<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Ponte, dal Comune no a ogni accordo Avvocati al lavoro

Giannantonio Vardanega  ha chiesto la chiusura del contrattoStop ai lavori sul Ponte degli Alpini, tra macchinari abbandonati e transenne. Ma c’è il problema delle ture da rimuovere FOTO CECCON
Giannantonio Vardanega ha chiesto la chiusura del contrattoStop ai lavori sul Ponte degli Alpini, tra macchinari abbandonati e transenne. Ma c’è il problema delle ture da rimuovere FOTO CECCON
Giannantonio Vardanega  ha chiesto la chiusura del contrattoStop ai lavori sul Ponte degli Alpini, tra macchinari abbandonati e transenne. Ma c’è il problema delle ture da rimuovere FOTO CECCON
Giannantonio Vardanega ha chiesto la chiusura del contrattoStop ai lavori sul Ponte degli Alpini, tra macchinari abbandonati e transenne. Ma c’è il problema delle ture da rimuovere FOTO CECCON

Giannantonio Vardanega chiede la chiusura del contratto in autotutela, l’amministrazione comunale risponde picche e torna a ribadire che l’azienda deve assolutamente rimuovere le ture dal Brenta. Quella dell’impresa è stata vista come una vera e propria «proposta indecente» dal Comune di Bassano. Accettandola, sarebbe come se la Direzione lavori del Comune si assumesse la responsabilità del mancato avanzamento del restauro del Ponte degli Alpini: una responsabilità che non ritiene di avere, considerato che per i tecnici del Comune è Vardanega a non aver rispettato il cronoprogramma dei lavori. Dalla chiusura del contratto in autotutela, inoltre, Vardanega punta a portare a casa circa un milione e mezzo di euro, cifra comprensiva dei lavori che sostiene di avere eseguito e dei presunti danni che intenderebbe farsi risarcire. Praticamente, il Comune dovrebbe dare a Vardanega quasi metà dell’importo dell’appalto per riavere il Ponte degli Alpini nelle condizioni di partenza. Non una trave, infatti, è stata restaurata sinora, e pure sulla presenza dei subappalti non c’è alcuna certezza. Il sindaco Riccardo Poletto non si sbilancia ufficialmente, ma dalle sue parole traspare chiaramente la linea del Comune, che stava già preparando la rescissione del contratto per inadempienza dell’impresa. «Abbiamo una visione sulle responsabilità assolutamente opposta rispetto a quella di Vardanega - afferma il primo cittadino -. Ora vedremo quali saranno gli sviluppi della procedura di risoluzione avviata nei suoi confronti. Il comportamento della ditta, comunque, è sotto gli occhi di tutti: sta cercando di ribaltare in modo grossolano la situazione». Salvo ripensamenti dell’ultima ora, insomma, il Comune deciderà di sciogliere definitivamente il contratto, ma senza accordi bonari. In via Matteotti sono infuriati per il comportamento dell’imprenditore che, escluso inizialmente dall’appalto per presunte irregolarità formali, aveva ingaggiato una lunga battaglia legale per riottenerlo e l’aveva spuntata in sede di giustizia amministrativa, salvo poi accumulare da subito ritardi e contestare il progetto. La decisione finale spetterà al Responsabile unico del procedimento Diego Pozza, che ascolterà il parere degli avvocati. Qualunque sarà l’esito, rimane sul piatto la questione delle ture sul fiume Brenta. Vardanega ha interrotto i lavori e di fatto ha abbandonato il cantiere comunicando di ritenere opportuno «affidare ad altri cantieri le maestranze, i macchinari e le attrezzature». Ma per il Comune il patron della ditta di Possagno non può lavarsene le mani. «Il contratto ad oggi è ancora vigente - afferma infatti Poletto - per all’impresa compete senza discussioni la rimozione delle ture. Una rimozione che è inserita nel cronoprogramma presentato dallo stesso Vardanega e che gli è stata richiesta nell’ultimo ordine di servizio». •

Enrico Saretta

Suggerimenti