MAROSTICA. Vabbè che il lavoro nobilita l’uomo, ma prestare la propria opera tre anni in più del dovuto a causa di una informazione sbagliata ricevuta allo sportello Inps cui si era rivolto per sapere quando avrebbe maturato il diritto alla pensione, l’ha mandato in bestia. Ma lavorando in più ha potuto «incrementare il montante contributivo», con «indubbio vantaggio pecuniario» perché ha potuto ottenere un assegno più pesante.
L’ha scritto il giudice del lavoro che ha respinto il ricorso di Lorenzino Lunardon, 65 anni, falegname di Marostica, che quando si era rivolto all’Inps nel 2010 si era sentito rispondere che il diritto l’avrebbe maturato nel 2017, salvo poi scoprire nel 2013, quando aveva chiesto un parere all’associazione Artigiani, che i requisiti di legge li aveva maturati fin dal 2010. (...)
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