<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

La polizia in aula
Lezione di legalità
dopo la maxi-rissa

L’intervento del dirigente del commissariato di polizia David De LeoIl personale della polstrada
L’intervento del dirigente del commissariato di polizia David De LeoIl personale della polstrada
L’intervento del dirigente del commissariato di polizia David De LeoIl personale della polstrada
L’intervento del dirigente del commissariato di polizia David De LeoIl personale della polstrada

La buona notizia è che a richiedere specifici approfondimenti della polizia di Stato all’inter-assemblea degli istituti superiori, sui temi caldi di sicurezza, legalità e prevenzione, sono stati direttamente gli studenti; quella cattiva è che ce n’era davvero bisogno, e ancora ce ne sarà.

A dare l’input è stata la maxi rissa organizzata qualche settimana fa al parco Ragazzi del ’99. L’invito, inoltrato attraverso i social e visto anche da Tommaso Merici, organizzatore della giornata di approfondimento, recitava: «Tu ci sarai a vedere la rissa sabato in prato?”. Lo studente del Brocchi in quel momento ha capito che la questione era grave e che serviva aiuto. Il sostegno ieri è arrivato dal questore di Vicenza, Giuseppe Petronzi, che ha mandato a Bassano i maggiori esperti sui temi di legalità nel mondo virtuale, sicurezza stradale, sopravvivenza alla minaccia terroristica, che hanno proposto format studiati appositamente per i giovani, alcuni dei quali proposti al pubblico per prima la prima volta in Italia.

In due sessioni distinte, prima in sala Bellavitis, poi nella sede del liceo Brocchi, il vicequestore David De Leo, dirigente del commissariato cittadino, ha introdotto i laboratori sulla legalità tenuti da Davide Corazzini, dirigente della squadra mobile, insieme all’ispettore superiore Roberto Minervini, poi da Silvia Lugoboni, dirigente della polstrada di Vicenza, insieme al sovrintendente capo Alessandro Zadra e all’assistente capo Dario Vallante. Molti degli approfondimenti trattati hanno preso spunto da speciali video che proiettavano fatti di cronaca: arresti per spaccio di stupefacenti, immagini private “rubate” dagli smartphone e diffuse in rete e scorribande ai 200 all’ora. «Ad alcune di queste immagini i ragazzi hanno riso - sottolinea De Leo - ma il passaggio fondamentale dei laboratori è stato il supporto tecnico, e decisamente umano, dei colleghi della questura».

Quando gli agenti della polstrada hanno spiegato e mostrato ai ragazzi che andare a velocità folli in strada non è una cosa da “fighi” ma uccide le persone, mortifica i famigliari e ha pesanti conseguenze penali, nessuno ha riso più. Quando Minervini, dopo aver mostrato nel dettaglio quali sono i pericoli del web, si è tolto la giacca di ordinanza, e ha detto ai ragazzi: «adesso sono solo un padre, anche io voglio vedere mia figlia felice e non vittima di bullismo da social network», come accade sempre più spesso con immagini di nudo rubate e diffuse sui cellulari, nessuno ha riso più. Come quando Vallante ha spiegato cosa fare in caso di attentato terroristico, con le regole dello “scappare, nascondersi, difendersi”, le stesse che Luca Russo non conosceva e che non sono riuscite a salvargli la vita.

Francesca Cavedagna

Suggerimenti