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Il sindaco apre le porte
ad altri venti profughi
«Ma il totale non cambia»

Profughi in una foto di repertorio. A “Casa a colori” di Bassano ne potrebbero arrivare ventiIl sindaco di Bassano, Riccardo Poletto
Profughi in una foto di repertorio. A “Casa a colori” di Bassano ne potrebbero arrivare ventiIl sindaco di Bassano, Riccardo Poletto
Profughi in una foto di repertorio. A “Casa a colori” di Bassano ne potrebbero arrivare ventiIl sindaco di Bassano, Riccardo Poletto
Profughi in una foto di repertorio. A “Casa a colori” di Bassano ne potrebbero arrivare ventiIl sindaco di Bassano, Riccardo Poletto

«A Bassano non arriveranno più profughi». O, meglio, ne arriveranno altri venti, ma la conta finale di 110 richiedenti asilo che la città si è resa disponibile ad accogliere non subirà variazioni, visto che i venti fra donne e bambini che dallo scorso autunno avrebbero dovuto alloggiare in un appartamento privato ad Angarano in realtà non si sono mai visti. A fare chiarezza sulla questione, ritornata d’attualità dopo le proteste del Comune di Pozzoleone per l’improvviso invio di cinque extracomunitari, ci ha pensato ieri mattina il sindaco Riccardo Poletto.

«In questi ultimi tempi mi è capitato più volte di incontrare il prefetto di Vicenza Umberto Guidato nei vari appuntamenti istituzionali, e non nascondo che c’è stato un certo “pressing” affinchè accettassimo ulteriori arrivi - ha spiegato il primo cittadino -. La necessità di disporre di nuove destinazioni è quanto mai viva ma io ho ribadito che Bassano ha fatto il suo, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, e avendo raggiunto il tetto massimo non possiamo ospitare altre persone».

Bassano, in effetti, ha raggiunto la soglia dei 2.5-3 profughi ogni mille abitanti, ai quali ha peraltro offerto un’accoglienza diffusa e occasioni di inserimento nella società, un caso che ha fatto scuola in tutta Italia anche per il buon esito. A fronte del mancato arrivo dei venti di Angarano, giocando un po’ coi numeri, si è però deciso di accettare lo “sbarco” di altri venti stranieri, che saranno seguiti sempre dalla cooperativa “Casa a colori”.

«La cooperativa “Cosep” di Padova - ha proseguito Poletto - ha avuto delle difficoltà coi proprietari dell’abitazione e non è riuscita a portare in città le donne e i bambini che aveva in programma. Ho così chiesto al prefetto di cancellare quell’operazione e di far assistitere i nuovi ospiti da “Casa a colori”, con la quale c’è sempre stato un ottimo rapporto di collaborazione. Il tutto, naturalmente, messo nero su bianco con delle comunicazioni scritte, e lui ha acconsentito. Non sappiamo ancora però quando la cosa andrà in porto e chi arriverà: noi abbiamo chiesto che siano preferibilmente donne e bambini per equilibrare un po’ la situazione. Credo inoltre che il trattamento sarà lo stesso degli altri, in gruppetti di circa cinque per alloggio».

Poletto non ha risparmiato qualche stoccata ai paesi che ancora non hanno accolto dei profughi. «Se tutti i comuni italiani avessero fatto la loro parte - il pensiero del sindaco - a quest’ora la situazione sarebbe assolutamente gestibile. Certo, a livello europeo e italiano servono decisi miglioramenti nell’affrontare questa emergenza, ma una distribuzione capillare, per piccoli gruppi, dei richiedenti asilo non avrebbe creato alcun problema. Noi abbiamo curato molto l’accoglienza e non abbiamo praticamente avuto difficoltà, e così sarebbe successo anche negli altri paesi».

Davide Moro

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