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«Il San Bassiano un riferimento? Manca personale»

L’ospedale San Bassiano in via Dei Lotti
L’ospedale San Bassiano in via Dei Lotti
L’ospedale San Bassiano in via Dei Lotti
L’ospedale San Bassiano in via Dei Lotti

Da una parte il governatore del Veneto Luca Zaia che dichiara l’ospedale di Bassano «punto di riferimento per la Pedemontana», dall’altra il sindacato che denuncia la carenza di personale. La segnalazione arriva dal sindacato Usb provinciale e dal suo responsabile Federico Martelletto, che monitora la situazione nei vari ospedali. Ne esce un quadro preoccupato, soprattutto per il presidio sanitario cittadino.

«L’Ulss di Bassano è quella che soffre le problematiche più pesanti - attacca Martelletto - In totale, mancano sicuramente più di cinquanta persone nei vari reparti. L’Ulss 3 sta soffrendo di questo problema in misura maggiore rispetto ad altre aziende sanitarie del Veneto, perché vi è una carenza storica di personale. È dovuta a un boom di gravidanze e malattie lunghe tra i dipendenti, ma non seguono quasi mai nuove assunzioni». Stando a quanto afferma Martelletto, la situazione sarebbe pesante nel reparto materno-pediatrico. «Le infermiere mi chiamano piangendo per dirmi che non ce la fanno più a causa dei turni massacranti - prosegue - Nel reparto sono sono state sostituite professionalità a casa per malattie lunghe. Inoltre, il personale fa i corsi di formazione nelle stesse giornate dei turni e a volte salta i riposi. La situazione si è aggravata con l’assenza di altre due unità, per un totale di 5-6 in meno. Ciò si ripercuote sui servizi ai pazienti: adesso, ad esempio, c’è soltanto un operatore socio sanitario (Oss) per due reparti, mentre prima ce n’era uno per reparto». Alla mancanza di operatori, si sommano i disagi legati alla presenza di personale non idoneo allo svolgimento di operazioni che prevedono lo spostamento di pesi. «Circa un quarto dei dipendenti ha il certificato di limitazione - dice Martelletto - Di conseguenza, qunon possono eseguire determinati lavori nella normale attività del reparto». Il sindacalista esprime dubbi sulla riforma sanitaria. «Si corre il rischio di un accentramento del potere decisionale sui vertici - conclude - snaturando di conseguenza il ruolo dei sindaci e diminuendo la possibilità di verificare il livello delle prestazioni nel territorio. Come sindacato facciamo sempre più fatica a rapportarci con i dirigenti: non si sa mai dove trovarli».

Enrico Saretta

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